
Il nuovo decreto governativo riduce in maniera importante le attività produttive e l’attività dei distributori all’ingrosso, ma per le ferramenta non cambia nulla rispetto alla scorsa settimana.
Per le ferramenta, le nuove misure restrittive emanate dal Governo (ed effettive dal 22 marzo al 3 aprile) non modificano, sul fronte dell’opportunità di restare o meno aperti, quanto già espresso nel precedente decreto dell’11 marzo: le serrande possono rimanere alzate per i negozi di ferramenta, vernici, vetro piano, materiale elettrico e termoidraulico, articoli per l’illuminazione.
Ciò che cambia in maniera significativa è la possibilità di continuare ad approvvigionarsi con regolarità presso i propri fornitori, dato che solo alcune tipologie di attività produttive resteranno operative. Si continueranno a produrre, per esempio: prodotti chimici, articoli quali spago, funi e reti, articoli in gomma e prodotti in materie plastiche, abbigliamento da lavoro e dpi. Ricordiamo inoltre che già nelle scorse settimane diverse aziende fornitrici avevano sospeso le proprie produzioni, nella logica di contenere il diffondersi del virus. Stretta anche per i grossisti, di cui daremo presto conto con un post apposito.
Il mondo industriale, quindi, è quello più penalizzato dall’introduzione delle ultime misure di legge. Confindustria, da parte sua, pur riconoscendo lo sforzo compiuto dal Governo, invita fin d’ora a definire un piano di azioni per restituire fiducia rispetto a un percorso di difesa del sistema produttivo che dovrà far seguito a ‘un evento correttamente equiparato a una guerra’ (si legge in una nota stampa).
Le azioni da mettere in campo devono comprendere:
1. un piano anticiclico straordinario finanziato con risorse europee che preveda l’emissione di debito europeo
2. interventi urgenti per il sostegno finanziario delle imprese piccole, medie e grandi.