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Il 2021 ridà fiato all’acciaio. Incognite energia e domanda sui risultati 2022

Il 2021 ridà fiato all’acciaio. Incognite energia e domanda sui risultati 2022

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Il 2021 è stato un anno irripetibile nel prossimo futuro e l’attuale congiuntura sta intaccando margini e redditività. E come sta andando il 2022?

 

Dopo il crollo degli utili registrato nel 2020, il 2021 ha rafforzato la situazione economica complessiva dell’acciaio. Ma è stato un anno irripetibile nel prossimo futuro e l’attuale congiuntura sta intaccando margini e redditività. E come sta andando il 2022?

 

Lo rileva l’analisi Bilanci d’Acciaio a cura dell’Ufficio Studi siderweb, giunta alla quattordicesima edizione.

valori economici dell’acciaio nel 2021 sono ampiamente superiori a quelli del biennio precedente. La crescita del fatturato e del valore della produzione è stata molto alta nel 2021 rispetto all’anno prima, superiore al 60%.

Appare evidente, però, che si tratta di una situazione straordinaria e non ripetibile, che ha portato il volume di attività a livelli ben superiori all’anno della crisi del Covid-19, il 2020, e anche al 2019. Sul finire del 2021 sono infatti apparsi sulla scena economica segnali di preoccupazione che hanno trovato ulteriore conferma e peggioramento nel 2022: le difficoltà di approvvigionamento nelle catene di fornitura globali, i fortissimi rincari dei beni energetici, la crescita dei prezzi delle materie prime. Problemi, soprattutto quello dell’energia, per i quali non si intravedono soluzioni strutturali.

 

È quanto emerge dallo studio Bilanci d’Acciaio 2022ideato dall’Ufficio Studi siderweb, realizzato in collaborazione con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia e sponsorizzato da BPER Banca, Coface e Regesta. L’analisi valuta la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio del triennio 2019-2021.

I bilanci complessivamente analizzati sono oltre 5mila e coprono l’intera filiera siderurgica: produzione di acciaio e prima trasformazione, centri servizio, distribuzione, commercio di rottame e ferroleghe, taglio e lavorazione della lamiera, utilizzatori di acciaio.

 

Se il 2020 è stato un anno contraddistinto da un netto calo del giro d’affari del comparto, il 2021 ha visto una veloce ripresa delle attività. Il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) nel 2021 è stato di 79,181 miliardi di euro (+61% rispetto al 2020). Il valore aggiunto è stato pari a 12,199 miliardi di euro (15,4% del fatturato), l’Ebitda è stato di 7,142 miliardi di euro (+168%). L’utile è salito a 3,544 miliardi di euro.

 

COME STA ANDANDO IL 2022? – Nei primi 8 mesi del 2022 il comparto delle costruzioni, che assorbe circa il 35% del consumo di acciaio, è cresciuto del 15,1% in Italia (dopo un balzo del 32,4% nello stesso periodo del 2021) e del 3,8% nell’Unione europea (elaborazione siderweb su dati Eurostat).

 

L’andamento della produzione dell’automotive, che copre il 18% del consumo di acciaio, nello stesso periodo è calato del 3,5% in Italia e del 4,3% in Ue (+52,9% e +21,1% rispettivamente nello stesso periodo del 2021).

Segno meno anche per prodotti in metallo (-2,6%), fabbricazione di tubi (-5,2%) e apparecchi domestici elettrici (-8,9%).

«Nella prima parte del 2022, il rallentamento della domanda di prodotti siderurgici da parte dei settori utilizzatori e la diminuzione degli spread fra prezzi di vendita dei prodotti e costi degli input hanno avuto un impatto negativo sul fatturato, sui margini e sulla redditività delle imprese della filiera siderurgica. Il tasso di crescita del fatturato su base annua dal 57,6% in maggio è sceso al 7,3% in luglio; la forte decelerazione della dinamica dei ricavi delle vendite si è associata a una riduzione dello spread fra costo di produzione dell’acciaio e il prezzo di vendita dei prodotti siderurgici, provocando un calo della redditività della gestione industriale. A risentirne maggiormente sono le imprese elettrosiderurgiche, più esposte alla crescita fuori controllo dei prezzi dell’energia elettrica e del gas» spiega Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb.

La domanda di acciaio in Italia, inoltre, è prevista in calo del 3,6% nel 2022 e del 3% nel 2023, dopo la crescita del 30,4% nel 2021 (World Short Range Outlook, ottobre 2022, World Steel Association).