
La Congiuntura è positiva con prezzi e volumi in aumento. Il 2022 sarà l’anno della piena ripresa per i settori che utilizzano acciai speciali in Europa, ma la velocità sarà diversa.
Nel frattempo, la congiuntura appare positiva, con prezzi e volumi in aumento. È quanto è emerso nel corso del webinar “Mercato & Dintorni” di siderweb, che questa mattina si è concentrato proprio sugli acciai speciali.
Nei primi sei mesi del 2021, ha spiegato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb (nella foto), l’Italia ha aumentato i volumi di import ed export, con il primo che è tornato sopra i livelli del 2019, mentre il secondo deve ancora recuperare circa il 2%. Di conseguenza, è aumentato il peso delle importazioni di acciai speciali: l’import netto è passato da 381mila tonnellate nel 2020 a 509mila tonnellate nel 2021.
Quanto ai prezzi, «da dicembre 2020 a settembre 2021 le quotazioni degli acciai speciali rilevate da siderweb sono state in costante aumento, anche se negli ultimi due mesi con una spinta inferiore a quella che si è registrata in primavera».
Nel primo semestre 2021, l’attività degli utilizzatori europei è cresciuta del 16,2% rispetto all’anno scorso e quella degli italiani del 34,9%.
L’Europa chiuderà l’anno con un +11%. Solo nel 2022 tornerà ai livelli di consumo del 2018, stando alle stime, con però notevoli differenze tra settori utilizzatori. «L’automotive e i mezzi di trasporto – ha spiegato Ferrari – rimarranno al di sotto dei volumi di tre anni fa, mentre la meccanica e la produzione di prodotti in metallo sarà su valori analoghi. Infine, costruzioni ed elettrodomestici faranno registrare un forte spunto».
«La congiuntura degli acciai speciali, in generale, appare positiva, con prezzi e volumi in aumento. Anche nella seconda parte del 2021 e nel 2022 il mercato sembra indirizzato a un’ulteriore crescita, seppur con tassi inferiori a quelli degli scorsi mesi – ha concluso Ferrari -. Resta da verificare quale sarà l’impatto di questo trend positivo sui prezzi, e come questo interagirà con quello, oggi in contrazione, delle materie prime».
PAROLA AGLI OPERATORI – Dopo gli squilibri che hanno segnato il 2020, «lentamente il gap tra i costi di produzione e i prezzi di vendita si sta allineando – ha detto Giovanni Bajetti, direttore commerciale, marketing e pianificazione di Acciaierie Venete -. O meglio, si stava: negli ultimi mesi le cose si sono complicate, con l’esplosione dei prezzi dell’energia, con un raddoppio contabilizzato finora da inizio anno. Anche perché non esiste un “extra” nei contratti legato all’energia. Un aumento che non parrebbe congiunturale, ma destinato a durare per buona parte, se non per tutto il 2022». Per questo «il 2021 per noi è un anno stimolante ed eccitante, ma, a differenza dei nostri colleghi delle commodity, la marginalità e i risultati di bilancio saranno del tutto incoerenti con la situazione generale del mercato». Mercato che, ha concluso, resterà «tonico almeno per un paio d’anni».
Una descrizione che ha trovato d’accordo il CEO di ABS, Stefano Scolari. «Guardando al 2022, uno dei nostri obiettivi è quello di recuperare i maggiori costi, ma siamo comunque ottimisti», con l’auspicio che l’aumento sensibile del consumo apparente si trasferisca al consumo reale. «Grazie agli investimenti, ABS cambia pelle ogni 2-3 anni e quindi affrontiamo sfide sempre nuove. Ciò aiuta a mettersi sempre in discussione per allinearsi al mercato e, grazie alla nostra integrazione con Danieli, ad avere tecnologie che ci permettono di lavorare affiancando i nostri clienti. Tecnologie per le quali, negli ultimi 10 anni, sono stati investiti 980 milioni di euro». «Dobbiamo metterli a terra – ha concluso Scolari – con competenza e lavorando insieme alle nostre filiere per creare valore e seguire i loro bisogni, che cambiano e che ci danno un continuo stimolo innovativo».
Tra le maggiori filiere utilizzatrici di acciai speciali c’è l’automotive. «Temiamo un rallentamento nel breve termine – ha detto Roberto de Miranda del Comitato esecutivo di ORI Martin – per lo shortage dei semiconduttori, che sta già spingendo alcuni nostri clienti a ridurre un po’ gli ordini. La speranza è che la crisi rientri rapidamente; si sperava lo facesse già dopo l’estate, invece sembra più lunga del previsto. Ma il mercato c’è, è un problema di forniture». Per l’aumento sensibile del costo degli input, energia in primis, poi, «siamo in una situazione paradossale: abbiamo un buonissimo livello di ordini, ma incontriamo difficoltà a realizzare margini positivi, vista la crescita repentina dei costi produttivi. Con alcuni clienti esteri abbiamo dovuto, nel primo semestre, rescindere alcuni contratti a prezzi effettivi per eccesso di onerosità». Per questo «mi aspetto ulteriori rialzi dei prezzi» e per il 2022 «c’è un certo entusiasmo, con i clienti che si stanno contendendo quote della nostra produzione».
In questo contesto, il sistema bancario deve avere la «consapevolezza di non poter approcciare situazioni nuove con strumenti nati in epoche in cui la velocità e l’intensità dei cicli erano diverse da quelle odierne». Lo ha spiegato Stefano Vittorio Kuhn, Coordinatore Commerciale Territoriale Lombardia di BPER Banca. È necessario quindi «immaginare strumenti che non siano quelli ordinari, sia per il finanziamento del capitale circolante che per gli investimenti che saranno necessari. Con gli specialisti della direzione Corporate Investment Banking, guidata da Marco Mandelli, stiamo per esempio ragionando su basket bond di filiera per individuare gli strumenti necessari».