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Acciaio inox: 2024 in recupero

Acciaio inox: 2024 in recupero

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Produzione e commercio estero con il segno meno. Prezzi: avviata una fase di lievi correzioni. Come è cambiato l’import nazionale. Se ne è parlato il 17 luglio scorso nel webinar di siderweb.


La trasversale depressione della domanda di acciaio ha contagiato anche l’inossidabile. «I segnali che arrivano dalla piazza commerciale europea non fanno sperare in una consistente ripresa: per quest’anno ci si aspetta comunque una crescita, ma contenuta; è più un recupero, dopo le performance non brillanti del 2023». È quanto ha spiegato Arianna Ducoli dell’Ufficio Studi siderweb, aprendo questa mattina il webinar “Inox: benvenuto secondo semestre”.

 

Nel primo trimestre 2024, gli acquisti di acciaio inox intra ed extra Ue dell’Italia sono calati del 9,7% a circa 372mila tonnellate (fonte: elaborazione siderweb di dati Istat). Per la quasi totalità si tratta di prodotti piani (230mila tonnellate, -12,3%). Unica categoria in crescita è il rottame inox (quasi 94mila tonnellate, +4,4%). Di minore entità il rallentamento dell’export: -6,6% rispetto al primo trimestre 2023 (318mila tonnellate). Calato del 4,2% l’export di piani inox (206mila tonnellate). In controtendenza solo i lingotti, ma si tratta di volumi piuttosto contenuti (10mila tonnellate, +24,5%).

 

La ripartizione del materiale importato dall’Italia ha subito un forte mutamento nell’ultimo biennio. Gli arrivi dai Paesi extra europei sono diminuiti dal 48% del 2022 al 29% nel 2024. «Ciò evidenzia un trend di regionalizzazione dei mercati per quando riguarda l’approvvigionamento di materiale – ha sottolineato Ducoli -. Diversi gli equilibri dell’export, che sono rimasti invariati: 25% extra Ue, 75% intra Ue».

 

Nel primo trimestre 2024, la produzione mondiale di acciaio inox è cresciuta del 5,5% a 14,58 milioni di tonnellate (dati ISSF). Da questa accelerazione, però, è esclusa l’Europa: qui le acciaierie hanno sfornato 1,55 milioni di tonnellate, in calo del 5% rispetto al primo trimestre 2023. «Non è una sorpresa – ha commentato Ducoli -: uno dei maggiori produttori europei, Acerinox, ha fortemente rallentato le proprie attività a causa di uno sciopero durato oltre 4 mesi». Bene Cina (+2,1% con 8,59 milioni di tonnellate) e Asia (+12,9% con 1,84 milioni).

 

Infine, le stime sul consumo di acciaio inox della worldstainless prevedono per l’area “Europa e Africa” una timida ripresa dell’1,4% nel 2024, dopo il -19% del 2023; nel 2025 si arriverà a un +2,1%. Molto diverso il panorama descritto per il mondo: si preventiva una crescita del consumo di circa il 3-3,9% annuo nel 2024 e 2025.

 

Quanto ai prezzi dell’acciaio inox, il trend generale è di un deciso ridimensionamento della volatilità (-80/90% rispetto ai picchi del 2022). «La fase di “ipercomprato” iniziata un anno fa circa ha portato a un accumulo sistematico dei prodotti». Secondo Achille Fornasini, siderweb e StatLab Università degli Studi di Brescia, «è quindi lecito attendersi lievi correzioni al ribasso che riequilibrino il mercato e tolgano tensioni ai prezzi, in un corridoio ascendente nell’ultimo anno. Il trend è tracciato».