
In calo i margini delle acciaierie da forno elettrico. Pesa anche la discesa del rottame in Turchia.
Il comparto dei prodotti lunghi in acciaio (tondo per cemento armato, vergella, travi e laminati, barre) sta incontrando difficoltà per quanto riguarda la domanda, i margini e la tenuta dei prezzi. Per il 2024 le attese non sono brillanti, tra stagnazione e consumo reale del settore delle costruzioni in calo. Tuttavia, le speranze sono legate al consumo apparente (produzione più l’import, meno l’export): si arriva da un biennio di destoccaggio molto marcato ed è probabile che quest’anno ci sia un rimbalzo, che consenta di recuperare in parte i volumi persi.
È quanto è emerso nel corso di Mercato & Dintorni, il webinar di siderweb dedicato alla congiuntura siderurgica, oggi incentrato sui prodotti lunghi.
Il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, Stefano Ferrari, ha spiegato che tra gennaio e novembre 2023 (ultimi dati disponibili) l’Italia ha importato 1,59 milioni di tonnellate di prodotti lunghi (-7% rispetto allo stesso periodo del 2022). In particolare, gli acquisti di vergella sono scesi di 200mila tonnellate, quelli di barre di 30mila tonnellate e quelli di tondo di 8mila, mentre sono cresciute le tonnellate in ingresso di travi e laminati, rotaie, tondo per cemento armato e palancole. L’export nello stesso periodo ha tenuto, perdendo l’1,5% e fermandosi a 4,48 milioni di tonnellate. Nel complesso, il fatto che l’export mostri un calo più attenuato rispetto all’import evidenzia come «le acciaierie italiane restino competitive all’estero e come vi siano difficoltà nel mercato interno», ha sottolineato Ferrari.
Dal punto di vista dei prezzi, il trend negativo è continuato anche a inizio 2024, con i margini per le acciaierie da forno elettrico che sono in calo anche a causa dell’andamento delle quotazioni del rottame.
A livello internazionale, i mercati del rottame e degli acciai lunghi stanno puntando verso il basso e a oggi non fanno intravedere segnali di ripresa. «Il momento è di incertezza e di relativa instabilità. Interessante sarà capire quale su quale livello si stabilizzeranno i prezzi» ha detto Emanuele Norsa, analista di Kallanish e collaboratore siderweb.
PAROLA ALL’OPERATORE – «Il mercato dell’acciaio è in una fase di normalizzazione – ha spiegato il presidente di Feralpi Group, Giuseppe Pasini -. Negli ultimi 5 anni l’Italia ha perso il 10% di produzione siderurgica: i prodotti lunghi sono rimasti stabili (+1,5%); i piani sono scesi del 17%, essenzialmente per il calo produttivo di Taranto. I prodotti lunghi hanno tenuto dunque, soprattutto sull’export: siamo esportatori netti e riusciamo a esportare sui mercati soprattutto europei, perché restiamo competitivi. Il mercato, inoltre, oggi è più regionalizzato, è difficile andare oltre i confini europei: mercati come quello algerino, americano, canadese, dove spedivamo volumi importanti, non ci sono più». In questo contesto, «non prevedo una grande crescita del mercato fino a giugno. La speranza è che ci sia una ripresa nella seconda parte dell’anno. Non sono però pessimista, soprattutto per quel che riguarda il tondo e le costruzioni: tra gennaio e febbraio è aumentata la richiesta in modo abbastanza importante. Certo i nostri prezzi sono ancora molto schiacciati da quotazioni di rottame ed energia, ma la domanda in più mi fa ben sperare per la seconda parte dell’anno».