Acciaio: nel 2022 meno tensioni per le materie prime, rottame escluso
Il costo di gas ed energia potrebbe cominciare a scendere dal secondo semestre, ma resterà su livelli molto elevati. In logistica, si passa dal sistema del just in time al just in case.
Minori tensioni per materie prime e logistica nel 2022, con una crescita della domanda europea di acciaio. Questo quanto emerso dal webinar “MERCATO &DINTORNI”, con cui siderweb, la community dell’acciaio, ogni mese fotografa la congiuntura siderurgica nazionale e internazionale. Un incontro, moderato da Francesca Morandi, Content Manager di siderweb, nel quale si sono susseguiti gli interventi degli analisti Gianfranco Tosini ed Emanuele Norsa e di Antonio Gozzi, presidente di Duferco Italia Holding.
L’ANALISI – In apertura, Gianfranco Tosini, Ufficio Studi di siderweb (nella foto), ha tracciato un quadro della situazione dei costi per le imprese siderurgiche: «Sono problemi che vengono dal passato e con i quali ci si deve confrontare oggi. Nel 2021 – ha spiegato – abbiamo assistito ad un forte incremento del prezzo delle materie prime e a questo si sono aggiunti i costi anomali dell’energia elettrica, del gas, dei noli marittimi e del carbone, che hanno contribuito a determinare la situazione attuale».
L’analista di siderweb ha previsto che «tra il 2022 e il 2023 si registrerà una decelerazione della crescita e questo determinerà minori tensioni sia sulle materie prime sia sulla logistica (esclusi rottame e carbone), mentre gas ed energia elettrica rimarranno sotto pressione e potrebbero iniziare a scendere nella seconda metà di quest’anno, ma molto probabilmente resteranno su livelli superiori a quelli pre-pandemia almeno fino al 2024». Sul tema della logistica, invece, agli operatori si chiede un cambio di paradigma: «Il sistema del just in time, cioè produrre in funzione della domanda e far viaggiare le merci senza necessità di stoccaggio, è in crisi e si dovrà passare al just in case, cioè con magazzini più grandi per lo stoccaggio così da compensare eventuali riduzioni dei flussi. Questo salto consentirebbe al sistema di riuscire ad adattarsi alle esigenze del mercato indotte da eventi straordinari, come appunto una pandemia.
Nel suo intervento Emanuele Norsa, editor di Kallanish e collaboratore siderweb, per quanto riguarda le materie prime ha sottolineato come «da un lato abbiamo assistito al rimbalzo del minerale ferroso dopo la caduta nel secondo semestre del 2021, mentre dall’altro il rottame è stato meno volatile ed è rimasto vicino ai massimi». A livello della domanda di acciaio, Norsa ha evidenziato come nel 2021 si sia assistito a una contrazione della Cina (richiesta scesa del 5% rispetto al 2020), con un calo previsto del 3,4% per la domanda apparente (che corrisponde alle consegne delle acciaierie più l’import, meno l’export) e un -1,3% per la domanda reale nel 2022.
«Per la siderurgia cinese – ha concluso Norsa – rimangono aperte le questioni legate all’impatto della crisi immobiliare, del Covid e delle limitazioni all’export nonostante la diminuzione della domanda interna. Da queste dipenderanno le sue sorti nel 2022». Per l’Europa, invece, «le prospettive sono positive e la richiesta sarà in crescita, con il settore dei piani che dovrebbe performare meglio rispetto a quello dei lunghi”.