
Acciaio: non solo speculazione alla base dell’impennata dei prezzi
I prezzi dell’acciaio hanno toccato i massimi degli ultimi 10 anni. Sia le materie prime sia i prodotti finiti stanno “strappando” ogni settimana, in una crescita che ha colto inaspettato il comparto.
Secondo un sondaggio realizzato da siderweb, la metà degli operatori siderurgici interpellati crede che si tratti di una bolla che scoppierà nel primo o secondo trimestre. L’altra metà e convinta che si tratti di un riposizionamento del mercato su valori più elevati dopo oltre due anni di calo dei prezzi, oppure di una normale reazione allo squilibrio tra domanda e offerta.
DOMANDA E OFFERTA DISALLINEATE – All’origine degli aumenti di prezzo, simili per entità e velocità a quelli precedenti la crisi del 2008, ci sono due fattori. Da un lato la «distonia marcata tra la produzione di acciaio e la domanda dei settori utilizzatori, cominciata nel terzo trimestre 2019» e aggravatasi durante il primo lockdown, quando l’output di acciaio è crollato vertiginosamente, ha spiegato Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb (nella foto). «Da qui in poi – ha ricordato Tosini – c’è stato un vuoto di offerta proprio quando, nel terzo trimestre 2020, è esplosa la domanda grazie alla fase finale della prima emergenza pandemica». Questa distonia si sta ora riducendo ed è «plausibile che il gap si ridimensioni dopo il primo trimestre 2021».
Dall’altro lato, a questa dinamica si è agganciato il mercato finanziario, che sta speculando sull’aumento dei prezzi. Questi rincari così violenti, comunque, sarebbero destinati a rientrare entro il secondo trimestre dell’anno grazie a un riallineamento tra domanda e offerta.
Finora i segnali più evidenti di un’inversione sono stati gli enormi rialzi dei mercati azionari e delle materie prime. La prossima fase, che inizierà dal secondo trimestre 2021, riguarderà invece l’economia reale.
Consumi, investimenti ed occupazione, seppure in tempi diversi, cresceranno ad un ritmo decisamente più rapido rispetto a quello di una tipica fase post-recessione, generando così un rimbalzo sorprendentemente robusto.
L’economia americana si prevede che crescerà del 3,7% nel 2021, recuperando quasi totalmente la perdita del 2020, mentre l’eurozona raggiungerà tale traguardo con un anno di ritardo, a causa anche del ritardo nell’implementazione del Recovery Plan.
L’economia cinese, dopo il progresso registrato già lo scorso anno (+2%, dopo una contrazione del 6,8% nel primo trimestre), crescerà tra il 7-8% nel 2021, grazie anche alla prosecuzione delle politiche macroeconomiche e finanziarie varate dal governo a sostegno delle ripresa
Quanto alla produzione di acciaio, a novembre la «World Steel Association ha letto una ripresa della produzione europea, tornata sopra i livelli del 2019 e in questo 2021, con la ripartenza degli impianti di Gent e Taranto di ArcelorMittal, dovrebbe registrarsi un ulteriore e notevole incremento – ha aggiunto l’analista di Kallanish, Emanuele Norsa -. Elemento interessante perché ad oggi continua a esserci carenza di materiale sul mercato, fatto questo che, se continuerà nei prossimi mesi, supporterebbe i nuovi aumenti dei prezzi».
NON SOLO SPECULAZIONE – Sulla ripresa dei consumi di acciaio «si è innestata un po’ di speculazione internazionale, che ha colpito tutti gli elementi che compongono il prezzo dell’acciaio, dalle materie prime alle ferroleghe. Ma credo che la ripresa dei consumi, e quindi delle quotazioni, sia reale e non fittizia. Quindi come tutte le bolle, penso che anche questa sia destinata a scoppiare. Ma c’è stato un forte aumento della richiesta di acciaio: non credo che le quotazioni possano tornare indietro ai livelli più bassi che abbiamo visto nel 2020». Lo ha detto Alessandro Banzato, presidente di Federacciai e Acciaierie Venete, intervistato dal direttore generale di siderweb, Lucio Dall’Angelo.
«Per l’anno in corso – ha aggiunto – ci dobbiamo aspettare buoni consumi e prezzi stabili, se non addirittura in salita».