
Acciaio: prudente ottimismo per il settore dei tubi
Attenzione in particolare a prezzi e marginalità. Questo il sentiment degli operatori intervenuti oggi al webinar “Mercato & Dintorni”, organizzato da siderweb.
«La produzione globale di acciaio nel 2020 ha subito pesanti contraccolpi dovuti al lockdown. Contraccolpi che hanno influenzato sia la domanda che l’offerta, con un’unica eccezione: la Cina. Il Paese asiatico – ha spiegato Gianfranco Tosini, Ufficio Studi siderweb, intervenuto questa mattina nel corso del webinar “Mercato & Dintorni” – ha visto la nuova fase espansiva avvenire con una maggiore rapidità rispetto alle altre parti del mondo e così facendo ha guadagnato quote di mercato».
Se lo stop dovuto alla pandemia in Cina è durato solo un paio di mesi, nel resto del globo la pausa forzata si è protratta per una media di cinque mesi. Questo andamento ha pesato «sulla domanda mondiale di acciaio – ha aggiunto Tosini –, che nel 2020 è salita dello 0,3% rispetto al 2019 solo grazie al contributo cinese: il Paese asiatico, infatti, è cresciuto del 9,7%, mentre il resto del mondo ha subito un calo del 9,6%».
Analizzando poi nello specifico il comparto dei tubi di acciaio, l’analista di siderweb ha sottolineato che nel 2020 «la produzione globale di tubi in acciaio è diminuita dell’11,5%rispetto all’anno precedente. Escludendo la Cina, che pesa per quasi il 58% sulla produzione mondiale, il calo è stato di circa il 16%». Riduzione che ha impattato in modo più consistente sui tubi senza saldatura (-20%) e ha inciso particolarmente sulla produzione italiana. Il nostro paese, esportatore netto di tubi, ha perso circa il 13,5% dei volumi lo scorso anno, con cali più pesanti della media mondiale soprattutto per i tubi saldati di grande diametro (-19,5%).
Guardando al prossimo futuro del settore dei tubi in acciaio, l’analisi di Tosini con moderato ottimismo ha evidenziato segnali di ripresa dei volumi e un ritorno alla quasi normalità dei livelli del 2018/2019 entro il 2022.
«Stiamo certamente vivendo un momento particolare, non solo per il mondo dell’acciaio ma soprattutto per il settore dei tubi. Dopo le difficoltà legate alla pandemia, il 2021 sarà un anno di transizione – ha detto Pierluigi Pegorari, Amministratore Delegato Arvedi Tubi Acciaio – un anno non caratterizzato dai grandi volumi, ma dalle marginalità. I dati oggettivi testimoniano che il mercato oggi è forte e i prezzi tenderanno ancora a crescere. Il settore delle costruzioni in particolare sta vivendo un ottimo momento, grazie ad importanti commesse internazionali raccolte l’anno scorso. Il timore è che esaurito il portafoglio clienti ci sia un forte ridimensionamento delle vendite, anche dovuto al rincaro dei prezzi».
Considerazioni sulla ripresa strutturale del mercato e la dinamica dei prezzi condivise anche da Luigi Rapullino, Amministratore Delegato Gruppo Rapullino e Sideralba, che ha sottolineato le difficoltà attuali dei produttori europei legate all’acquisto. Situazione che Sideralba ha attutito grazie alla struttura verticalizzata del Gruppo: «Lo stabilimento tunisino ha agevolato la flessibilità aziendale e la ripresa post-pandemia, garantendo il 50% del fabbisogno di coils». Parlando di scelte strategiche e interventi necessari a salvaguardare specialmente le piccole-media imprese, Rapullino ha evidenziato la necessità che il settore bancario e assicurativo aumentino la flessibilità di affidamento sul credito, dando modo alle imprese di aumentare il proprio grado di flessibilità nei confronti dei clienti.
«Nel contesto attuale – ha commentato Luigi Cuzzolin, Amministratore Delegato Pipex Italia Spa – la parte del leone la stanno facendo i coils e questo richiede una profonda riflessione all’interno del comparto dei tubi senza saldatura. Oggi il gap vero sui costi di produzione deriva dalla marginalità e sta creando una profonda spaccatura tra chi ne ha di altissime, il mondo dei coils, e chi subisce pesantemente la situazione. Questa accelerazione dei prezzi – ha aggiunto Cuzzolin – ha portato ad uno shock molto forte che lascerà strascichi nel lungo periodo. In particolare, c’è grande apprensione per la filiera degli utilizzatori di acciaio, perché quotazioni così alte dei coils saranno insostenibili a valle».
Un altro tema caldo toccato da Cuzzolin nel suo intervento riguarda la transizione green: «Sostituire gli idrocarburi in tempi rapidi non è una cosa scontata. Il nostro Gruppo si sta impegnando per affrontare in modo pragmatico la questione. Innanzitutto, abbiamo creato la figura del green manager proprio per affrontare il percorso con la giusta sensibilità sul tema ambientale ed avere un referente superpartes all’interno dell’azienda. Il lavoro è tanto, ma dobbiamo continuare a muoverci per ridurre le emissioni di CO2 e produrre acciaio di qualità, più performante e meno pesante».
Anche nel settore dei fornitori di servizi le maggiori incognite derivano dalle tensioni dei prezzi: «La tendenza al rialzo proseguirà – ha detto Giorgio Maschietto, General & Sales Manager di Morandi Steel Spa – e ne deriverà il successo di un settore piuttosto di un altro. Così specializzarsi diventa fondamentale. Morandi ha scelto di muoversi in questo senso, prestando maggiore attenzione a mercati come quelli delle acciaierie, carpenterie meccaniche e costruzioni. Tuttavia, qualche preoccupazione quest’ultimo campo lo desta perché ora, a causa delle revisioni delle offerte dovute all’aumento dei prezzi, vengono scoraggiati gli investimenti in nuovi progetti. Una speranza di ripresa – ha aggiunto Maschietto – è rappresentata dai fondi stanziati con il Next Generation EU, buona parte dei quali è destinato a infrastrutture e mobilità, ma il problema di quanto valore potrà essere generato dalle politiche è profondamente legato alla governance delle risorse».