Serve una programmazione strategica per l’approvvigionamento di presidi utili contro il Covid-19 per valorizzare le imprese Italia-Ue con marchi CE.
L’Italia ha importato “dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie, comprese le maschere chirurgiche” per un valore complessivo di 1,1 miliardi nel periodo febbraio-maggio 2020. L’incremento con gli stessi mesi del 2019 è ovviamente mostruoso: +3.129% a aprile, +2.540% a maggio, dopo un avvio più lento: il confronto è negativo a febbraio (-3%) poi la prima impennata, +462% a marzo. “Il 90% degli articoli acquistati proviene dalla Cina”.
Assosistema Confindustria, l’Associazione che riunisce le imprese di produzione, distribuzione, manutenzione dei dispositivi di protezione individuali e collettivi e di servizi di sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi tessili e medici per ambito sanitario e turistico-alberghiero, ha, dall’inizio della pandemia, rilevato le criticità che si sono andate sviluppando a causa dell’assenza di una programmazione strategica per l’approvvigionamento di presidi utili contro il COVID-19. Ciò ha comportato un ricorso eccessivo a dispositivi di protezione monouso alimentando le problematiche connesse allo smaltimento degli stessi, anche in ambiti nei quali il riutilizzabile costituisce un’alternativa tecnica equivalente. Inoltre, per far fronte alla limitata disponibilità di materiali utili contro il COVID-19, conseguenza della mancata pianificazione, è stato autorizzato l’utilizzo di DPI non marcati CE privi di certificati che ne comprovino la reale efficacia.
L’Associazione ha appoggiato una serie di interpellanze parlamentari, di cui le opposizioni si sono fatte interpreti ufficiali, relative a due tematiche principali:
- Implementazione dell’uso del tessile riutilizzabile per i camici ospedalieri e professionali;
- Valorizzazione delle aziende italiane ed europee produttrici di DPI marcati CE, ed in particolare di quelle realtà che hanno investito sul territorio italiano nel potenziare la propria capacità produttiva.Il Ministero dell’Ambiente è sensibile alle tematiche del riutilizzabile come alternativa valida all’eccesso di smaltimento di rifiuti monouso e sta accogliendo le argomentazioni evidenziate dall’associazione confindustriale per nuove soluzioni di economia circolare. Il ricorso ai camici in tessuto tecnico riutilizzabile, contribuirebbe, inoltre, a fornire un impulso al made in Italy, dato il carattere nazionale della filiera.
Assosistema e le imprese associate premono per la valorizzazione di una produzione nazionale ed europea di dispositivi di protezione marcati CE, a scapito di prodotti di qualità non controllata provenienti dall’estremo Oriente, che oltre a non soddisfare i requisiti normativi in termini di salute e sicurezza, destabilizzano il mercato con prodotti a basso costo, penalizzando le aziende che realizzano dispositivi certificati e sicuri.
Grafico 1: Andamento del valore dei DPI per la protezione delle vie respiratorie acquistati dall’Estero nel 2020 e confronto con il 2019 – Elaborazione Assosistema su dati Istat