
Bim report 2019, cresce la diffusione del Building Information Modeling
È disponibile online la nuova edizione del BIM Report 2019, l’esclusiva survey sul mercato BIM in Italia promossa da Assobim.
È disponibile online la nuova edizione del BIM Report 2019, l’esclusiva survey sul mercato BIM in Italia promossa da Assobim, l’associazione nata per promuovere la diffusione del Building Information Modeling e per sostenere l’attività dell’intera filiera tecnologica del BIM. Entro il 2023, sarà introdotto nel 48% del campione.
L’indagine, cui ha partecipato un panel di oltre 600 operatori comprendente studi di progettazione, società di engineering, imprese di costruzioni e manutenzioni, committenza pubblica e privata e produttori di materiali e componenti, fornisce una fedele rappresentazione circa la diffusione del BIM in Italia, utile a focalizzare punti di forza e prospettive di sviluppo di questa metodologia e sensibilizzare ulteriormente istituzioni e player del mondo delle costruzioni.
“Lo sviluppo in ambito nazionale del Building Information Modeling come cambio di paradigma alla progettazione, realizzazione e manutenzione del costruito rappresenta uno dei principali driver della cosiddetta edilizia 4.0. Il BIM è un nuovo modo di gestire il progetto edile e infrastrutturale che offre numerosi vantaggi in termini di controllo dei processi progettuali e costruttivi, ottimizzazione dei tempi e dei costi, gestione del cantiere e successiva manutenzione del costruito per l’intero ciclo di vita – sottolinea Adriano Castagnone, presidente Assobim–. Per Assobim la promozione e la divulgazione di questo innovativo approccio metodologico e culturale è il fulcro delle attività associative. Il BIM Report, infatti, monitora questo cambiamento, fornisce un quadro conoscitivo molto dettagliato, e sottolinea i principali indicatori di tendenza su come sta evolvendo in Italia il mercato del BIM e della digitalizzazione dei progetti in senso lato“.
Il BIM in Italia: la diffusione
Uno dei principali scopi dell’indagine era innanzitutto quello di appurare il grado di conoscenza e utilizzo del Building Information Modeling e delle sue potenzialità fra gli operatori del settore. La risposta dei partecipanti all’indagine, costituiti in larga parte da studi di progettazione (oltre il 62% del campione), una consistenza media di collaboratori al di sotto delle dieci unità nel 76% dei casi e un fatturato al di sotto del milione di euro nel 75% dei casi (numeri che rispecchiano fedelmente la scala delle realtà professionali italiane), è stata incoraggiante: oltre la metà del campione conosce e utilizza la metodologia BIM, mentre un ulteriore 40% circa la conosce ma non la utilizza o ne fa un uso parziale, e solo un numero marginale di operatori (al di sotto del 10%) non ne è a conoscenza. Altrettanto significativa la risposta alla domanda circa l’anno di introduzione del BIM in azienda: dal 2012 è possibile rilevare una costante crescita che ha avuto il suo picco nel 2018, in cui quasi il 17% del campione ha introdotto in azienda il Building Information Modeling. A integrare tali dati, fra quanti ancora non utilizzano il BIM circa l’11% prevede di introdurlo in azienda nell’arco di un anno, e quasi il 20% nell’arco dei prossimi tre anni.
Le risposte a due ulteriori domande contribuiscono a definire meglio i contorni di questa tendenza comunque complessivamente positiva. Quasi la metà del campione ha dichiarato di avere adottato il BIM nei propri progetti estesamente (22,94%) o parzialmente (24,21%), ma quasi il 60% degli in- tervistati lo ha utilizzato in meno del 25% dei lavori, mentre circa il 14% lo ha applicato a tutti i progetti realizzati.
Il grado di conoscenza
Un secondo blocco di domande si è focalizzato sulla quantificazione del grado di competenze BIM dichiarato dagli operatori e i canali informativi utilizzati da questi ultimi per consolidarle e integrarle.
Circa il 10% del campione si dichiara molto sicuro delle proprie conoscenze e competenze, mentre un 48% complessivo lo è in misura buona o sufficiente; circa il 42%, tuttavia, dichiara delle carenze in merito più o meno accentuate, ritenendo ancora poco consolidata la propria professionalità in materia e la conseguente necessità di integrarla. Molto variegate, invece, le fonti di informazione/formazione in ambito BIM cui gli operatori dichiarano di attingere; consulenti, altri professionisti e colleghi valgono circa il 25% del totale, enti e istituzioni professionali si affiancano con il 18% circa, che include anche il significativo risultato di AssoBIM (7.07%), mentre Ministero e Ordini professionali chiudono la classifica (9%), segno della necessità percepita di un maggiore attivi- smo di questi soggetti. Interessanti anche le performance di internet e media di settore, con il 17,85%, e software house/ distributori (21%).
Altre esigenze in questo senso emergono da un’ulteriore domanda, che evidenzia come gli operatori chiedano di poter contare su norme e standard direttamente inclusi nei software BIM, librerie di oggetti digitali generici ben strutturate e indipendenti da quelle fornite dai produttori sempre più ampiamente disponibili sul mercato. La richiesta di informazioni, formazione e punti di riferimento tecnico/normativi chiari e definiti sembra insomma essere una esigenza particolarmente sentita da parte degli operatori.
I vantaggi percepiti
A fronte dell’oggettiva crescita di interesse nei confronti del BIM è lecito chiedersi se questa sia frutto di una concreta consapevolezza dei vantaggi che questa metodologia può offrire, o se non sia piuttosto vissuta come un obbligo. A questo scopo l’indagine ha incluso una serie di domande per testare il reale grado di percezione dei vantaggi operativi, economici e competitivi offerti dal BIM fra gli operatori del settore. Significativi, anche in questo caso, i risultati: oltre il 70% del campione è infatti molto o abbastanza convinto che l’adozione del BIM sia in grado di contribuire fortemente (fino a un terzo in meno) alla riduzione del costo iniziale di costruzione e dei costi relativi all’intero ciclo di vita dell’edificio, nonché alla riduzione (fino al 50% in meno) del tempo complessivo di realizzazione dell’opera, dall’avvio al completamento dei lavori. Dati, questi, corroborati anche dalle risposte a una domanda dedicata all’impatto del BIM in termini di riduzione dei tempi/costi e di competitività in genere nell’ambito dei progetti realizzati dai partecipanti all’indagine: oltre il 55% del campione ha giudicato molto o abbastanza vantaggiosa l’adozione del Building Information Modeling, un ulteriore 17% circa ha quantificato tali vantaggi come sufficienti, mentre solo il 10% li ha ritenuti inadeguati. Più riserve, invece, circa il contributo fornito dall’adozione del BIM alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività edilizie e agli sbilanci commerciali tra importazioni ed esportazioni di componenti e materiali da costruzione, aspetti su cui due terzi del campione ha espresso le proprie perplessità.
Il panorama normativo
Un gruppo di domande è stato specificamente dedicato agli aspetti normativi legati all’implementazione e gestio- ne del Building Information Modeling. La prima, riguardante il grado di conoscenza delle previsioni contenute nel Decreto 560/217, ha avuto un esito decisamente positivo: oltre il 60% del campione lo ritiene da molto a sufficientemente buono, anche se è ancora piuttosto alto il numero di operatori che dichiara di non avere conoscenze in merito (quasi il 20%). Significative anche le dichiarazioni cir- ca l’intenzione di implementare all’interno dell’azienda dei percorsi di certificazione dei processi BIM: circa la metà del campione si è espresso positivamente in merito, e oltre il 10% ha dichiarato di aver già provveduto a farlo o di es- sere in corso di certificazione. Altrettanto positive, infine, le dichiarazioni riguardo ai processi di certificazione delle competenze BIM secondo la norma UNI 11337-7, su cui i pareri sono sostanzialmente unanimi sia circa l’efficacia del percorso di certificazione che la sua utilità come strumento di qualificazione sul mercato.