Entro il 2030, i nuovi edifici dovranno avere emissioni zero, intanto saranno implementati piani nazionali di ristrutturazione per i vecchi edifici e saranno aboliti i sussidi per le caldaie a combustibili fossili.
Il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva sull’Efficienza energetica degli edifici (Epbd), conosciuta anche come direttiva sulle case green, che si pone l’obiettivo di azzerare le emissioni dell’intero parco immobiliare europeo entro il 2050. Ogni stato deve inviare un piano nazionale di ristrutturazione con l’indicazione della tabella di marcia e degli obiettivi da seguire. Il piano andrà approvato entro il 2026 e andrà aggiornato ogni 5 anni.
Oggi, secondo l’Istat, oltre l’82% degli edifici in Italia – 12 milioni sui 14,5 milioni totali – sono ad uso residenziale, mentre i restanti 2,5 milioni comprendono altre tipologie. La maggior parte di questi edifici ha un’età media avanzata: secondo l’Enea, quasi il 60% ha un’età media di 59 anni e presenta una scarsa classe energetica (classe G o E). L’Ue ha già calcolato che quasi il 60% delle abitazioni europee richiede interventi di ristrutturazione entro il 2050. Mentre solo un quarto degli edifici già soddisfa i requisiti imposti dal nuovo regolamento, in particolare quelli recentemente costruiti.
Le nuove regole
La novità più importante del testo riguarda le ristrutturazioni. I paesi membri dovranno definire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale. Il 2020 è considerato l’anno zero e il 2050 l’anno nel quale, a completamento del percorso, bisognerà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni.
L’obiettivo è un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Entro il 2050 tutto il settore residenziale dovrà essere a zero emissioni. I paesi potranno decidere su quali edifici concentrarsi. L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, ovvero quelli più energivori.
Oltre a questo la direttiva Epbd si concentra sull’eliminazione dell’uso di combustibili fossili nelle abitazioni, inclusa l’utilizzo delle caldaie a gas metano. Sebbene la data di divieto sia stata posticipata dal 2035 al 2040, già dal prossimo anno i paesi europei non potranno più offrire incentivi fiscali per l’acquisto o l’installazione di questi sistemi di riscaldamento.
La data entro la quale arrivare al bando completo è stata spostata in avanti, al 2040; sarà però possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore con una centralina unica, che saranno invece cruciali nel nuovo sistema di agevolazioni.
Un’altro cambiamento riguardo i nuovi edifici costruiti nell’Unione Europea, è che dovranno essere tutti “solar-ready”, cioè predisposti per l’installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. Per gli edifici già esistenti idonei, i pannelli solari dovranno essere installati gradualmente a partire dal 2027.
Tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno avere zero emissioni “in loco” di combustibili fossili, a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici, con possibilità di esenzioni.