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Case Green. Fiera Milano presenta l’osservatorio MIBA

Case Green. Fiera Milano presenta l’osservatorio MIBA

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Il settore dell’edilizia sta affrontando scenari sfidanti. Il 75% del patrimonio edilizio italiano è energicamente inefficiente (Fonte Enea).

Il mondo delle costruzioni e tutti i settori a diverso titolo coinvolti in nuove realizzazioni, riqualificazioni e manutenzioni di edifici si trova oggi ad affrontare una sfida epocale, quella della twin-transition (ecologica e digitale) e della riduzione delle emissioni.

I tempi sono maturi e, ormai, stretti. La direttiva case green impone per le nuove costruzioni di passare dal livello “energia quasi zero” a “emissioni zero” entro il 2030, mentre i vecchi edifici dovranno in parallelo decisamente ridurre consumi ed emissioni. Riqualificare mettendo mano a involucro, impianti, tecnologie diventa una prescrizione, ma anche driver di sviluppo unico per tutti i settori, che troveranno la loro occasione di confronto in occasione di MIBA-Milan International Building Alliance 2025, hub internazionale di riferimento per la progettazione, la costruzione e la riqualificazione di edifici e città.

 

Dal 19 al 21 novembre 2025 torneranno infatti in contemporanea a Fiera Milano (Rho) GEE – Global Elevator Exhibition, progetto dedicato alla mobilità orizzontale e verticale, MADE Expo, appuntamento internazionale leader per soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni e l’involucro (che durerà un giorno in più e chiuderà il 22 novembre), SBE –Smart Building Expo, manifestazione di riferimento per l’home and building automation e l’integrazione tecnologica, e Sicurezza, manifestazione leader in Italia e tra le più importanti in Europa per security&fire.

 

Lo scenario

Come è noto il settore delle costruzioni ha attraversato dopo la pandemia una fase di trasformazione significativa. Secondo le anticipazioni del Rapporto Congiunturale e Previsionale di Cresme – che affiancherà Fiera Milano con la sua expertise nell’evidenziare le tendenze del mercato – nel 2024 si prevede un calo degli investimenti del 4,2% rispetto all’anno precedente, più contenuta rispetto alle previsioni, mentre la flessione continuerà nel 2025 (-6,2%). Il mercato delle costruzioni registra, dopo gli anni boom 2021-2023 una contrazione dovuta all’esaurimento della “superspinta” dei “superbonus”, mentre è sostenuto dalla spesa per le opere pubbliche che è attesa in crescita nel 2024 del 13,7%. Nonostante la contrazione il mercato delle costruzioni sembra avere operato un salto di scala rispetto alle dimensioni pre-pandemiche, tanto che il valore della produzione nel 2025 a valori costanti, sarà superiore del 20% rispetto ai livelli toccati nel 2019.

 

Le prospettive. Nasce l’Osservatorio MIBA

Per dare un supporto concreto al mercato e ai professionisti del settore Fiera Milano ha incaricato il Politecnico di Milano, che a partire da questa edizione è partner scientifico di MIBA, di realizzare un Osservatorio, per analizzare scenari e trend, con l’obiettivo di focalizzare i temi chiave di sviluppo. Il primo studio dell’Osservatorio, presentato oggi, si focalizza sulla direttiva case green e la ricaduta potenziale sui vari comparti rappresentati da MIBA: l’involucro i materiali, l’impiantistica, l’energia e le tecnologie.

In particolare, considerando che sono proprio le riqualificazioni energetiche insieme alle ristrutturazioni/manutenzioni edilizie a rappresentare il fattore trainante del settore delle costruzioni, risulta evidente come l’immediato futuro del comparto sia inscindibilmente legato alle misure tecniche, economiche e normative che verranno applicate per garantirne non solo la stabilizzazione, ma soprattutto la crescita.

 

In questo senso, la Renovation Wave, la strategia della Commissione Europea che punta all’efficientamento del patrimonio edilizio (oggi responsabile complessivamente del 40% delle emissioni e di quasi il 50% dei consumi energetici), può rappresentare lo stimolo principale per la riqualificazione degli edifici, allo scopo di ridurne l’impatto energetico-ambientale e ad aumentarne la resilienza ai cambiamenti climatici. Obiettivo finale è avere a disposizione edifici e città in grado di rispondere ai moderni standard di sostenibilità, efficienza, comfort, funzionalità, sicurezza e accessibilità.

 

Si tratta di un momento estremamente sfidante per i professionisti del costruito: oggi il 75% del patrimonio edilizio è inefficiente dal punto di vista energetico e più dell’85% degli edifici esistenti nel 2050 sarà probabilmente ancora in uso.

Un patrimonio enorme la cui riqualificazione, chiusa l’era del Superbonus e superato il PNRR, può rappresentare la vera leva di tenuta, ma anche di crescita e sviluppo del mercato.

 

In attesa che vengano definiti i decreti attuativi a livello nazionale della cosiddetta Direttiva Case Green (quarto aggiornamento della Energy Performance of Buildings Directive, ovvero EPBD IV), l’Osservatorio MIBA, curato dal Dipartimento di Architettura e Ingegneria delle Costruzioni dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, ha costruito 3 ipotetici scenari che prevedono per il periodo 2025-2035 diversi livelli di investimento e risparmio ottenibile.

 

I tre scenari possibili – il primo conservativo (Business As Usual – BAU), il secondo conforme agli obiettivi imposti dall’EPBD (Policy Driven) ed il terzo ambizioso (Ambitious), ipotizzano diversi livelli di spesa in interventi di riqualificazione energetica, aggiuntivi rispetto alla quota fissa di investimenti annui destinati alle ristrutturazioni/manutenzioni, che si suppone vengano effettuati indipendentemente dal recepimento della Direttiva e restino stabili ai livelli pre-Superbonus.

 

1 – Nello scenario Business-As-Usual si prospetta un’applicazione blanda dei principi dell’EBPD, che consentirà semplicemente di contrastare la contrazione del mercato che si avrebbe nei prossimi anni in assenza di precisi requisiti normativi a livello Comunitario. Si prevede quindi un trend degli investimenti in riqualificazione energetica similare a quello ottenuto in passato mediante l’Ecobonus, pari a circa 3.700 M€/anno per il settore residenziale, ottenendo un risparmio energetico addizionale (rispetto alla quota raggiunta al 2024) pari approssimativamente a 15.500 GWh/anno al 2035. Tale quota, sommata ai 30.000 GWh/anno raggiunti a fine 2024 rispetto al 2020, consentirà di ottenere un risparmio al 2035 pari al 65% di quanto richiesto dall’EPBD.

 

Considerati inoltre gli investimenti previsti per la riqualificazione energetica delle costruzioni non residenziali, pari a 700 M€/anno (che comporteranno un risparmio di 2.800 GWh/anno al 2035) e quelli mediamente attesi per le opere di ristrutturazione/manutenzione convenzionali (cioè non specificamente finalizzate all’efficientamento energetico), si stima un giro di affari totale di circa 84.000 M€/anno.

 

2 – Nello scenario Policy-Driven si ipotizza invece che l’evoluzione del mercato sia di fatto guidata da una pronta ed efficace applicazione della EPBD. Per il settore residenziale è possibile stimare che la quota addizionale (sempre rispetto al 2024) di risparmio energetico raggiunga almeno i 40.000 GWh/anno al 2035. Ciò a fronte di un investimento medio sul periodo 2025-2035 in interventi di riqualificazione energetica all’incirca di 10.000 M€/anno. A questa quota si aggiungono gli investimenti richiesti per raggiungere l’obiettivo di risparmio nel settore non residenziale (stimato pari a circa 22.000 GWh/anno al 2035), che ammontano ad approssimativamente 5.500 M€/anno. Il totale sull’intero patrimonio edilizio esistente, incluse ristrutturazioni/manutenzioni convenzionali, sarà dunque pari a 95.500 M€/anno, ovvero il 13% superiore rispetto allo scenario BAU.

3 – Nel terzo scenario, Ambitious, che rappresenta quello più sfidante tra i 3 ipotizzati, si assume che, sfruttando appieno le opportunità offerte dalla Direttiva, sia possibile raggiungere un tasso di riqualificazione più ambizioso rispetto a quello minimo richiesto dall’EPBD. Tale risultato sarà verosimilmente possibile mediante la compresenza di diversi fattori, quali un’elevata consapevolezza del mercato riguardo ai temi energetico-ambientali (ed anche alle relative ricadute economiche), una maggiore incentivazione statale, un quadro normativo chiaro e semplificato, nonché l’assenza di fenomeni speculativi che possano far accrescere i costi. In questo scenario si prevede la mobilitazione di investimenti mediamente pari a circa 14.500 M€/anno sul residenziale (che genereranno un risparmio di 58.000 GWh/anno al 2035) e di ulteriori 8.000 M€/anno per il non residenziale (per un risparmio di 33.000 GWh/anno al 2035). Includendo infine le ristrutturazioni/manutenzioni convenzionali è dunque possibile stimare un giro di affari totale sul patrimonio edilizio esistente pari a 102.500 M€/anno, corrispondente ad un incremento di circa il 22% rispetto allo scenario BAU.