
Nel cuore di Firenze, un’azienda diretta dalla nuova generazione imprenditoriale introduce innovazione, senza dimenticare le radici della tradizione celebrata nel centenario aziendale.
Una fusione equilibrata di antico e moderno che traghetta con sicurezza uno storico distributore nel futuro…
Nel 2019, precisamente in maggio a pochi passi dal centro di Firenze, Ferramenta Cobianchi ha festeggiato un traguardo molto importate, il centenario aziendale. L’azienda fiorentina è giunta infatti alla quarta generazione dalla sua fondazione avvenuta sotto il nome di Ferramenta Arrighi nel 1904. La storia di Ferramenta Cobianchi inizia ufficialmente nel 1919 nel dopoguerra della Prima Guerra Mondiale, prosegue senza interruzioni attraverso le prove della Seconda Guerra Mondiale e nella tragica alluvione del 1966 che mise in ginocchio la città di Firenze. Nel 1975 entrano in azienda Silvia Arrighi, figlia del fondatore e il cugino Riccardo Tendi Cobianchi e l’attività si trasferisce nella sua attuale sede in Via Campo d’Arrigo. Negli anni ’80 la direzione prosegue con la direzione di Silvia Arrighi, attuale Presidente, del marito Riccardo Guarnieri e di Riccardo Tendi Cobianchi, consiglieri delegati. Nel 2010 giunge la quarta generazione con Marianna Guarnieri, Francesco Del Pizzo e con Francesco Martini che, in questa breve intervista, approfondisce i futuri progetti del grossista fiorentino.
Oggi la Ferramenta Cobianchi opera su una superficie di circa 8000 metri quadri di cui 2000 mq costituiscono il piazzale adibito al transito di automezzi ed al parcheggio clienti. L’azienda effettua la distribuzione di oltre 18.000 articoli ferramenta, edilizia e garden in Toscana, Umbria ed alto Lazio e fa del servizio al cliente e della distribuzione di marchi riconosciuti e di qualità la sua principale ragione lavorativa.
“Uno dei valori fondamentali, inoltre, è la trasparenza che significa mantenere alto il rispetto della filiera e dei rapporti commerciali che la costituiscono – sottolinea con convinzione Francesco Martini, direttore aziendale – A mio giudizio, dovremmo tornare ad una maggiore chiarezza di ruoli nella filiera lunga e quindi evitare che produttori si improvvisino grossisti. Quando un produttore inizia a seguire piccoli punti vendita perde di credibilità nei confronti di noi grossisti e nei confronti del cliente e a lungo andare non potrà mai dare il servizio che fornisce un grossista. Dobbiamo avere rispetto dei nostri clienti e aiutarli, prendendoli per mano, ad evolvere, anche nei nuovi processi digitali“.