
Domanda e prezzi ancora deboli. In deciso aumento l’import dai Paesi asiatici. In arrivo nuova capacità produttiva in Italia.
Il settore nazionale dei prodotti piani (coils e lamiere) sta andando incontro a grandi trasformazioni. Da un lato, sono in arrivo nuova capacità produttiva e l’aumento dell’output con forno elettrico; dall’altro, è cresciuta la quota di mercato di India e Vietnam, ma con l’entrata in vigore del CBAM, nel 2026, tutto potrebbe cambiare ancora. Se ne è parlato nel webinar di siderweb, MERCATO & DINTORNI, dedicato proprio al comparto dei prodotti piani in acciaio al carbonio.
Con il calo produttivo progressivo che si è registrato dal 2012 a oggi, a causa dell’ex Ilva, l’import italiano di piani è passato dai 7,8 milioni di tonnellate del 2012 agli 11,6 milioni del 2023. I principali Paesi di origine restano Germania e Francia, ma si è registrato un aumento massiccio dell’import dall’India (passata nello stesso periodo da 170mila a 1,18 milioni di tonnellate, con una quota di mercato salita dal 2,2 al 10,2%) e dal Vietnam (da 19mila a 985mila tonnellate, dallo 0,2 all’8,5%). Più risicata la crescita dell’import dalla Cina (da 574mila a 749mila tonnellate, con la quota di mercato che è calata dal 7,3 al 6,5%). Un fenomeno che «pone non pochi problemi in prospettiva. Quando entrerà in funzione il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), potrebbero registrarsi forti incrementi dei costi e un ulteriore riassortimento dei Paesi di origine di questi materiali» ha spiegato Gianfranco Tosini, economista dell’Ufficio Studi siderweb (nella foto).
Nel medio e lungo termine, il mercato nazionale sarà trasformato dagli ingenti piani di investimento annunciati. La capacità produttiva installata in Italia, ha spiegato Tosini, passerà dai 13,8 milioni di tonnellate attuali ai 16,5 milioni di tonnellate nel 2028 e «ci aspettiamo, dunque, una riduzione dell’import». Il riferimento è agli investimenti di Acciaierie d’Italia, con il graduale passaggio dal ciclo integrale all’elettrosiderurgia, e di Metinvest Adria, con la costruzione di 2 nuovi forni elettrici.
I primi mesi del 2024 sono stati caratterizzati da una debolezza dei prezzi dei prodotti piani in Europa e in Italia, così come nel resto del mondo, ha spiegato Emanuele Norsa, coordinatore contenuti di siderweb. Diversamente a quanto verificatosi a inizio 2022 e 2023, la ripresa all’inizio di quest’anno è stata poco accentuata e si è esaurita molto rapidamente, per lasciare spazio a una discesa che è stata il riflesso di difficoltà, soprattutto dal lato della domanda.
In questo contesto di domanda e prezzi deboli, a preoccupare gli operatori sono anche i regolamenti europei del Carbon Border Adjustment Mechanism, che dal 2026 obbligherà chi importa acciaio in Ue a pagare un prezzo per la CO2 incorporata nei prodotti, e della Salvaguardia, che pone un limite ai volumi di acciaio importabili senza dazio dai Paesi terzi con un sistema di quote volumetriche.
Se dovesse essere accolta la proposta di revisione della Salvaguardia che l’Ue ha sottoposto nei giorni scorsi al WTO, a causa di alcuni tecnicismi sul mercato europeo dal 1° luglio potrebbero mancare circa 400mila tonnellate di coils a caldo a trimestre importabili senza dazio del 25%.