
Il comparto dell’acciaio tra congiuntura e struttura. Parlano Federacciai e Assofermet
L’analisi di Federacciai e Assofermet al convegno “Bilanci d’Acciaio 2022”, che si è tenuto a Milano.
È partito da un’analisi della situazione economica globale Antonio Gozzi, presidente di Federacciai: «Congiuntura e struttura. Sono questi i due macro-temi coinvolti dal cambiamento. In primis la congiuntura, la quale ha due elementi di novità: tassi di inflazione sconosciuti negli ultimi trent’anni e, come conseguenza diretta di pandemia e guerra, l’attenuarsi del processo del grande processo di globalizzazione. Due fattori che, unendosi, sono cause del cambiamento di paradigma in atto. L’acciaio deve comprendere i meccanismi strutturali di questa trasformazione per riuscire a governarla». Un altro elemento toccato dal presidente di Federacciai è quello relativo alla crisi energetica, rispetto alla quale l’associazione dei produttori siderurgici ha avviato «con Eni progetti di sviluppo di fonti di energia decarbonizzata e con Ansaldo Energia un consorzio di scouting per la realizzazione di impianti di DRI, all’estero o in Italia, per alimentare il fabbisogno energetico della siderurgia».
«Dopo l’ottimo 2021 e la prima parte di 2022 – ha aggiunto Riccardo Benso, presidente di Assofermet (nella foto) – nessuno si aspettava di ritrovarsi una situazione simile a quella odierna. Ci dobbiamo adattare a questo nuovo mondo, ma la fase di adattamento non è sempre rapida. In prospettiva, però, la discontinuità potrebbe generare nuove opportunità per la siderurgia. In questo senso sostenibilità, circolarità e decarbonizzazione sono la strada per trasformare il settore». Poi, il presidente Benso ha rivolto un appello al nuovo governo: «All’esecutivo appena insediato chiediamo di riprendere il dialogo, instaurato con il ministro Giorgetti, per organizzare un tavolo permanente con tutti gli attori della filiera siderurgica».
Tanti gli stimoli sul presente e il futuro del comparto che sono arrivati dalle lucide analisi del Cavaliere Giovanni Arvedi, presidente di Finarvedi, nell’intervista faccia a faccia a cura di Lucio dell’Angelo (siderweb). In particolare, secondo il Cavaliere «la siderurgia sta cambiando, il forno elettrico rappresenta un modello moderno per produrre acciaio e il settore deve lavorare per migliorare soprattutto la propria competitività. Il ciclo integrale – ha continuato Arvedi – così come l’abbiamo conosciuto non ha futuro, l’unica possibilità è che utilizzi il gas come riducente, per l’idrogeno è ancora troppo presto. Poi utilizzare il minerale preridotto nei pressi della miniera per ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti, anche in questo caso però si possono creare problemi di competitività». Allargando lo sguardo, il Cavalier Arvedi ha messo in evidenza come sia necessario un approccio culturale, ancor prima che tecnologico, alle grandi trasformazioni che stiamo affrontando, in particolare quella della sostenibilità». Per quanto riguarda l’evoluzione del mercato, il Cavalier Arvedi ha rimarcato quanto «le incertezze dipendano da fattori spesso non controllabili dalla filiera».
A portare il punto di vista del mondo bancario è intervenuto Marco Bonezzi, Direzione Imprese e Global Transaction di BPER Banca: «BPER Banca sente una grande responsabilità verso un settore chiave come la siderurgia, che rappresenta un’eccellenza italiana e sostiene alcune delle più importanti filiere del “made in Italy” con grande vocazione verso l’estero. La Banca si è strutturata con prodotti e servizi dedicati alle imprese del settore. Abbiamo un modello di servizio trasversale, che ci consente di essere vicini sia alle medie imprese sia ai grandi gruppi industriali, anche con servizi specialistici a supporto delle strategie di crescita e di sviluppo, in grado anche di servire le necessità correnti, intervenendo ai vari livelli della filiera dell’acciaio. Abbiamo 33 Centri Imprese e 3 filiali key client con professionisti pronti ad ascoltare le esigenze degli imprenditori».