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IL COMPARTO DELLE TECNOLOGIE PER IL LEGNO: QUANTO VALE?

IL COMPARTO DELLE TECNOLOGIE PER IL LEGNO: QUANTO VALE?

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Un’industria – quella delle tecnologie per il legno – che in Italia conta 250 imprese di cui 150 associate ad Acimall; 9mila addetti per un fatturato tornato sopra i 2 miliardi di euro di cui oltre il 75 per cento destinato alla esportazione.

Negli ultimi anni la produzione mondiale sta nuovamente crescendo attorno al 3 per cento annuo, a fronte di una sostanziale stabilità dell’economia europea (più 1,8 per cento nel 2018). Negli ultimi anni cresce anche il prodotto interno lordo italiano, per quanto in leggera flessione nel 2018 (un più 1,2 per cento contro l’1,5 per cento previsto per l’anno appena concluso) – come sottolinea Dario Corbetta, direttore Acimall.

Un altro elemento di cui tenere conto in ogni valutazione macroeconomica è la fortissima vocazione dell’Italia alla esportazione in tutti i settori dell’industria e dell’economia, a dimostrazione dei contenuti tecnici e tecnologici che le imprese italiane sanno esprimere. Un tessuto fertile, dunque, in una stagione positiva, che si giova degli strumenti varati dal Governo italiano a sostegno degli investimenti in tecnologie avanzate, Agevolazioni prorogate per tutto il 2018.

“Arrivando allo specifico del comparto delle tecnologie del legno vorrei innanzitutto porre in evidenza che il “core business” dell’industria italiana sono certamente la seconda lavorazione del pannello e le tecnologie per la finitura – continua Dario Corbetta, direttore Acimall – Una industria – quella delle tecnologie per il legno – che in Italia conta 250 imprese di cui 150 associate ad Acimall; 9mila addetti per un fatturato tornato sopra i 2 miliardi di euro, come vedremo fra poco, di cui oltre il 75 per cento destinato alla esportazione.

E’ questo il tessuto economico che si colloca nella offerta mondiale ed europea di tecnologie per il legno, che ci vede insieme alla Germania nelle prime posizioni, rispettivamente con il 31 e il 43 per cento della produzione europea.
Una situazione, almeno per quanto riguarda l’Italia, ulteriormente confortata dai risultati conseguiti nel 2017: i dati pre-consuntivo ci dicono che lo scorso anno l’industria italiana delle macchine per il legno ha raggiunto una produzione pari a 2,29 miliardi di euro, l’11,6 per cento in più rispetto all’anno precedente. Molto bene le esportazioni, che hanno segnato una crescita del 7,1 per cento, con un valore pari a 1,6 miliardi di euro. A proposito di esportazioni vale la pena di sottolineare che i nostri migliori clienti sono gli Stati Uniti (165,5 milioni di euro), seguiti da Germania (105,8 milioni), Polonia (102,4 milioni) e Francia (92,5 milioni).
Crescono del 10 per cento anche le importazioni (199 milioni di euro) ed è forte la dinamica positiva del mercato interno (695 milioni di euro, più 13 per cento sul 2016), in crescita e che si prevede in ulteriore sviluppo nel breve e medio periodo, per i motivi a cui abbiamo già accennato: nel 2016 gli utilizzatori italiani hanno investito 743 milioni di euro, nel 2017 siamo saliti a 894 milioni e prevediamo che nel 2018 ci si possa avvicinare di molto al miliardo. Le nostre previsioni ci dicono che dovremmo attestarci a 983 milioni, il nuovo record dopo i 900 milioni del 2001.

Crediamo sia una importante informazione per quanti operano nel nostro mercato che, come abbiamo già accennato, conta comunque una quota significativa di importazioni a cui concorrono principalmente la Germania (166 milioni di euro) seguita dalla Cina (68,7 milioni), dall’Austria (13,1 milioni) e dalla Svizzera (10,7 milioni di euro). L’Italia, è bene ricordarlo conta oltre 40mila imprese nella filiera legno-arredo con più di 360mila addetti e un fatturato di 30 miliardi di euro. E’ un cliente particolarmente esigente, che vuole tecnologie efficaci e innovative e ama soprattutto conoscerle in modo approfondito prima di decidere l’acquisto”.