Quanto vale il comparto ferramenta tra produzione, distribuzione grossista e dettaglio? Ne abbiamo parlato con Sabrina Canese di Assofermet Ferramenta e Christian Cattalini di Cerved group in un’intervista in uscita nel prossimo numero di Ferrutensil.
Quanto vale il comparto ferramenta tra produzione, distribuzione grossista e dettaglio? Ne abbiamo parlato con Sabrina Canese di Assofermet Ferramenta e Christian Cattalini di Cerved group in un’intervista in uscita nel prossimo numero di Ferrutensil.
Ecco alcune anticipazioni…
Secondo Assofermet Ferramenta e Cerved group, considerando i dati della quasi totalità dei grossisti (60) raggiunge un fatturato di oltre 1,100 miliardi (e un’occupazione di 2706 collaboratori) a cui se si aggiungono oltre 250 produttori top e circa 12 mila negozi al dettaglio, possiamo dire che il comparto ferramenta tradizionale vale dai 12 ai 13 miliardi di euro.
Secondo Cerved, quale è la situazione del canale ferramenta tradizionale?
Canese – Anche guardando i dati 2019 forniti da Cerved group, nonostante sia cresciuta la percentuale di CGS di Cerved, risultano ancora il 70% di aziende molto solide e ben patrimonializzate. Un tema (che non è una novità e rappresenta una criticità nel nostro settore) è invece la reddittività: non siamo mai stati un settore ad alta reddittività e oggi questo valore rischia un’erosione ancora maggiore. Un aspetto che è da considerare con la massima serietà.
Cattalini – Il canale ferramenta tradizionale ha retto l’impatto dello stato di emergenza perdurante da marzo, come si evince dai bilanci della distribuzione nel 2019. La distribuzione nell’arco dell’ultimo anno non ha subito flessioni in termini di fatturato mentre si è riscontrata una crescita sensibile il Margine Operativo Lordo. Il Rapporto Cerved PMI 2020, presentato pochi giorni fa, ha però previsto un calo medio di 11 punti percentuali dei fatturati delle Piccole Medie Imprese, di cui la ferramenta tradizionale fa parte, con un conseguente calo della redditività lorda del 19%. Con queste aspettative la ferramenta tradizionale, pur essendo composta da aziende storiche, consolidate e molto ben capitalizzate, inevitabilmente dovrà intraprendere un percorso di trasformazione digitale per adattarsi al “new normal”.