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Coronavirus e commercio all’ingrosso ferramenta, la situazione dopo il nuovo decreto

Coronavirus e commercio all’ingrosso ferramenta, la situazione dopo il nuovo decreto

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Abbiamo contattato un campione di 21 grossisti di ferramenta sparsi su tutto il territorio nazionale per capire come si stiano comportando dopo la nuova stretta del governo legata all’emergenza coronavirus.

 

Domenica 22 marzo il governo ha firmato un nuovo decreto che definisce, con misure assai più restrittive, l’elenco delle attività che potranno continuare il loro svolgimento e quelle che invece saranno costrette alla chiusura temporanea. Dopo una lunga gestazione della direttiva, le disposizioni del decreto sono attualmente in vigore e produrranno effetto fino al 3 aprile.

 

Tra le attività NON consentite figura il commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli e motocicli, quello di materie prime agricole e di animali vivi, prodotti alimentari, bevande e prodotti del tabacco, prodotti farmaceutici, libri, riviste e giornali, di macchinari, attrezzature e forniture agricole, altri mezzi ed attrezzature di trasporto, strumenti e attrezzature di misurazione per uso scientifico, articoli antincendio e antinfortunistici, combustibili solidi, liquidi, gassosi e di prodotti derivati). La sospensione totale dell’attività operativa avverrà a partire dal 25 marzo, data entro la quale le aziende potranno completare tutte le operazioni necessarie alla sospensione, inclusa la spedizione della merce in giacenza.

 

La nostra indagine, condotta su un campione di grossisti operativi in varie zone d’Italia, fa emergere la seguente situazione: su 21 aziende, solamente 3 risultano regolarmente aperte e agiscono nell’estremo rispetto di tutte le misure di precauzione sanitaria; delle 18 restanti, 12 hanno già interrotto l’attività dalle settimane precedenti, mentre le 6 rimanenti stanno ultimando il processo di sospensione definitiva attuativa fino al 3 aprile, salvo nuove disposizioni.

 

Se il quadro relativo al commercio all’ingrosso è quindi piuttosto omogeneo e non da adito a grossi fraintendimenti interpretativi, stessa affermazione non può essere azzardata sulle rivendite al dettaglio, dove invece emergono alcune incongruenze tra la legittimità di apertura dei negozi di ferramenta (in quanto commercianti di beni di primaria necessità) e la vigilanza territoriale, che spesso, agendo in autonomia, decide di imporne la chiusura, come segnalato da alcuni grossisti durante le telefonate. Tenteremo di fare chiarezza sulla questione con ulteriori aggiornamenti.