
Tra le deroghe permesse alla serrata del commercio imposta dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus, figurano merceologie vendute nelle ferramenta.
Nella serata di ieri 11 marzo, il Presidente del Consiglio ha annunciato l’inasprimento delle misure necessarie per il contenimento dell’infezione da Coronavirus. Sostanzialmente la misura impone la chiusura della maggior parte delle attività commerciali di vendita al dettaglio, mentre per ora la stretta non coinvolge le attività produttive e gli uffici, sebbene fissi regole più severe anche in questi ambiti lavorativi.
Era una decisione ampiamente attesa, mentre è stata una sorpresa per molti l’ampio ventaglio di deroghe concesse nell’ambito della categoria ‘attività di vendita di prima necessità’, all’interno della quale sono incluse anche le ferramenta.
Infatti. il decreto all’articolo 1 dice
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività.
E l’allegato 1 contiene le seguenti categorie:
- Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico
- Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari
- Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione
A titolo puramente indicativo abbiamo contattato una ventina di ferramenta, di diverse metrature e collocazione geografica, per capire se erano effettivamente aperte o meno. La maggior parte delle attività risultano essere aperte, seppure perlopiù con orario ridotto e consigliando ove possibile di prediligere l’acquisto online. Una minoranza, invece, ha optato per la chiusura totale o per la chiusura al pubblico, ma non nel “back office” per garantire l’evasione degli ordini online e le spedizioni.