
Covid-19. Quando la stampa 3D può salvare la vita…
Valvole stampate in 3D per trasformare facciali da snorkeling in ventilatori ospedalieri. L’idea degli ingegneri di Isinnova diventa realtà per combattere l’emergenza sanitaria. Prodotti i primi 100 pezzi per l’ospedale di Chiari che li sta già testando.
Dalla collaborazione con un ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia e la società Isinnova, costituita da un team di ingegneri, designer ed esperti di comunicazione che si dedica alla raccolta di idee per trasformarle in oggetti concreti, la quale stava realizzando in stampa 3D le valvole di emergenza per respiratori, nascono le nuove in maschere per ossigeno per i reparti di Terapia intensiva dove si combatte uno degli effetti più devastanti del Covid-19, l’insufficienza polmonare. Sono stati prodotti i primi 100 pezzi.
Il prototipo delle valvole Charlotte e del nuovo raccordo al respiratore è nato in soli 7 giorni ed è stato testato direttamente nell’ospedale di Chiari, nel bresciano, “e si è dimostrato perfettamente funzionante” come ha sottolineato la società che l’ha realizzato, collegando direttamente la maschera all’ossigeno tramite la presa al muro.
E’ stato necessario un connettore modificato, da realizzare ex novo, stampabile in 3D. Una sfida raccolta da Isinnova che ha verificato che l’impresa potesse avere un effetto concreto. La conferma è arrivata dalla Protezione civile di Brescia, che ha ordinato 500 connettori: un numero molto elevato per una commessa difficile da soddisfare da parte degli stampatori 3D locali. All’appello hanno subito risposto un gruppo di stampatori 3D dove sono presenti anche le aziende spezzine, Superfici e Incastrodesign.
“Né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità” –sottolineano in Isinnova. “Chiunque potrà stampare liberamente valvole e raccordo, a condizione che non siano utilizzate per fini commerciali né a scopo di lucro”.