
Abbiamo contattato alcuni operatori della distribuzione al dettaglio e all’ingrosso ferramenta per sapere se hanno avviato le pratiche per accedere al credito messo a disposizione dal Decreto Liquidità e se hanno avuto riscontri positivi. Ecco quanto è emerso.
Sostegno alla liquidità e accesso al credito, queste le misure messe in campo dal Governo per far fronte alla crisi economica. In sostanza lo Stato si impegna a fornire garanzia pubblica al 100% per prestiti alla medio-piccola imprenditoria, piccoli artigiani e commercianti, ditte individuali, liberi professionisti, partite iva con burocrazia o azzerata (per prestiti fino a 25.000 euro) o ridotta al minimo (per prestiti fino a 800.000 euro). Garanzia al 90% per tutti gli altri.
E’ una buna notizia, ma in pratica, come stanno rispondendo le banche che dovranno far fronte alle richieste? E i distributori del nostro settore hanno bisogno di accedere rapidamente a questa misura per salvaguardare l’operatività? Alla prima domanda la risposta degli operatori del nostro settore – ma anche degli altri, da quanto leggiamo sui social e sulla stampa – è unanime: al momento le banche suggeriscono di inoltrare la richiesta, ma di risposte concrete sul come e quando ci sarà realmente la disponibilità di cassa, nemmeno l’ombra. Quindi al momento si tratta di una misura virtuale.
Per fortuna la maggior parte dei rivenditori contattati non ha la necessità urgente di liquidità, per lo più le fatture di marzo sono state saldate, la possibilità di operare in queste settimane, seppure a regime molto ridotto, ha garantito un flusso minimo di cassa, dunque non c’è l’urgenza. Ma la preoccupazione per i prossimi mesi è molta e pochi escludono di poter avere bisogno in futuro di liquidità aggiuntiva.
Certo, per il commercio sarebbero servite misure ‘shock’ come quelle messe in campo in Germania, ovvero sovvenzioni statali una tantum a fondo perduto per pagare nell’immediato costi come affitti, leasing, prestiti, ecc. Lassù, le aziende con un massimo di cinque dipendenti hanno già ricevuto fino a € 9.000 per tre mesi, quelle entro dieci dipendenti fino a € 15.000. Soldi già arrivati sui conti correnti delle imprese. Un sogno (che rimarrà tale) per i commercianti italiani….
Ecco comunque nel dettaglio alcune voci tra quelle che abbiamo raccolto.
PEDONE FERRAMENTA. Il distributore pugliese, operativo dal 17 marzo nel rispetto di tutte le misure igienico-sanitarie previste dalla legge, ci ha confessato la sfiducia in questa forma di sostentamento alle imprese, tanto che non usufruiranno in alcun modo dei finanziamenti messi a disposizione. La speranza è quella di poter ritornare a lavorare a pieno regime al più presto, perché è solo con il lavoro che ci si potrà risollevare dalle macerie.
TECNOFER. Specializzata nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di svariate referenze, l’azienda del bresciano ci ha rivelato che i clienti stanno rispondendo positivamente alle scadenze, quindi a oggi non necessitano di richiedere alcun finanziamento a garanzia pubblica. Non è da escludere che nei prossimi mesi si trasmetta la richiesta; lo si valuterà in funzione agli incassi recepiti.
UTENSILERIA PLANET TOOLS. L’utensileria al dettaglio e all’ingrosso situata a Cesena, sebbene al momento riesca a sostentarsi autonomamente, ci ha comunicato di aver trasmesso in via preventiva all’istituto di credito la richiesta per poter beneficiare del decreto liquidità. Nessuna risposta affermativa da parte della banca, che al momento è in stand-by.
DUFER. Il distributore campano che opera su tutto il territorio nazionale, afferma di non essere interessato per ora a richiedere finanziamenti da parte dello Stato, in quanto tutte le fatture in scadenza al mese di marzo sono state saldate. La possibilità di far fronte a eventuali emergenze con il decreto liquidità è remota ma non inverosimile.
NUOVA AFFILET. L’azienda di Seregno, specializzata nel commercio di utensileria per il settore meccanico, dopo uno stop temporaneo ha ripreso l’attività nella giornata del 15 aprile in ottemperanza a tutte le misure di sicurezza legate al rallentamento della diffusione dell’epidemia. La decisione al momento è quella di proseguire l’attività senza usufruire del decreto liquidità.
TARDIVELLO. Distributore specializzato in materie plastiche per l’industria e per il fai da te, la Tardivello di Udine ci ha riferito di aver fatto richiesta all’istituto di credito per usufruire del decreto liquidità. La pratica è stata istruita, ma ancora nessun riscontro.
OROBICA UTENSILFERR. Il fornitore bergamasco, riferimento per aziende e privati nel mondo della distribuzione industriale, ha sempre proseguito l’attività nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie. Al momento non sono orientati a usufruire delle garanzie messe a disposizione dal decreto.
FERBO. L’azienda vicentina, che opera nel settore della distribuzione ferramenta e altre referenze, si dice contraria alla misura adottata dal governo per contrastare la crisi economica: si tratta di credito che comunque, sebbene a tassi molto agevolati, va rimborsato. Sarebbe stato più corretto emettere liquidità a fondo perso, specialmente per le imprese più piccole.
Pare quindi che lo strumento emergenziale approntato dal governo non sia così prontamente reattivo. Il tentativo di costituire un sistema di credito a basso interesse non sembra accogliere molti consensi e l’eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico si rivela ancora una volta la barriera più grande da abbattere, anche in situazioni di emergenza straordinaria.