
L’obiettivo del consorzio ferramenta professionale resta la graduale trasformazione da gruppo d’acquisto a gruppo vendita, anche attraverso la digitalizzazione dei processi e la creazione del Nodo EDI Dialfer.
Abbiamo approfondito questo e molti altri aspetti in Ferrutensil di marzo con Marco Patruno, coordinatore di Dialfer e con Giuseppe Milani, responsabile della parte tecnica del progetto. Ecco alcune anticipazioni. Qui l’intervista integrale.
Il consorzio Dialfer nasce nel 1997 per aggregare le migliori ferramenta specializzate nel servire i serramentisti, artigiani e mobilieri. Oggi è un gruppo che conta 23 Associati, grazie agli ingressi ad inizio 2024 di Tecno Lacchus di Torino e Marini di Cagliari. La composizione del Consorzio è sempre più eterogenea in quanto, pur mantenendo saldo il legame con il mondo del serramento legno, abbraccia interessi crescenti nel campo dell’alluminio, del ferro e del comparto del mobile. L’obiettivo di Dialfer resta la graduale e costante trasformazione da gruppo d’acquisto a gruppo di vendita, rafforzando quotidianamente la partnership con i fornitori di Gruppo ed il loro coinvolgimento in attività̀ di sell-out.
In questa strategia del gruppo si inserisce il progetto EDI (acronimo di Electronic Data Interchange, scambio dati elettronico) con l’adozione di un sistema che prevede la standardizzazione dei messaggi scambiati tra le aziende. I produttori dovranno scegliere con il Consorzio il linguaggio di interscambio, indipendentemente dagli standard utilizzati dai distributori o dagli altri produttori interconnessi. Con una sola integrazione, il produttore potrà quindi scambiare informazioni con tutti gli associati Dialfer.
Come nasce il progetto EDI in Dialfer?
Marco Patruno – Nasce dalla consapevolezza che lo scenario di mercato attuale, caratterizzato da una sempre crescente necessità di razionalizzare flussi e procedure, al fine di ridurre i costi, rende indispensabili una serie di valutazioni non più prorogabili. Gli ultimi tre anni hanno visto il nostro settore cavalcare crescite importanti, drogate dagli effetti dei bonus, e l’importanza di mantenere redditività, a fronte di probabili ed imminenti cali di fatturato, è assolutamente centrale. L’efficientamento di tempi e costi garantito a fornitori e distributori dall’interscambio EDI risponde perfettamente a queste esigenze.
Cos’è, come funziona e come si concretizzerebbe nel gruppo?
Giuseppe Milani – L’EDI è un sistema che permette lo scambio automatizzato di documenti tra diverse aziende. Tipicamente – ordini, conferme, bolle (documenti di trasporto), fatture e molto altro – vengono scambiati tra i software gestionali senza necessità di intervento degli operatori, se non per operazioni di convalida e di gestione delle anomalie. Questo sistema, già consolidato, nasce negli anni ’60 subendo nel tempo molte evoluzioni per arrivare ai giorni nostri dove in alcuni settori (anche affini al nostro) si è addirittura imposto come standard di comunicazione tra aziende. Nel settore della Ferramenta professionale e nell’edilizia, si sono adottati nel tempo diversi modelli di EDI, per lo più limitati a comunicazioni dirette tra produttore e distributore. Questo modello porta con sé alcune problematiche, dovute principalmente alla mancata definizione di uno standard di settore, in quando ogni produttore impone un linguaggio, a volte non standard e molto spesso dettato da esigenze specifiche del proprio software ERP. Con il crescere del volume di affari e con l’ingresso di nuovi player, si tende ad avere un aumento esponenziale dei linguaggi utilizzati, quindi le aziende interconnesse devono necessariamente adottare sistemi complessi in grado di gestire vari formati e linguaggi.