Crescere certo, ma non troppo, in maniera sostenibile e nel rispetto della clientela e del rapporto personale creato nel tempo. Le anticipazioni dell’intervista in pubblicazione in Ferrutensil di maggio.
Crescere certo, ma non troppo, in maniera sostenibile e nel rispetto della clientela e del rapporto personale creato nel tempo. È questo il pensiero di Francesca Salvatore, la terza generazione di un’azienda distributiva vicina a celebrare il centenario.
Ecco le anticipazioni dell’intervista in pubblicazione in Ferrutensil di maggio…
Ferramenta Salvatore nasce nel 1923 per volontà del Cavalier Mario Salvatore come una piccola bottega nel centro storico di Pescara e diventa presto un riferimento nei settori dell’agricoltura e ferramenta.
Nel corso degli anni, l’azienda inizia una crescita costante, cambia sede trasferendosi nell’attuale struttura in San Giovanni Teatino Sambuceto dove opera da oltre 40 anni nella zona nevralgica commerciale della provincia Pescara e Chieti.
Nel 1980, ferramenta Salvatore diviene una srl e 20 anni fa circa la proprietà si divide, assumendo l’attuale governance con Giuseppe Salvatore affiancato dalla figlia Francesca al comando. Da oltre 25 anni, Ferramenta Salvatore fa parte del consorzio Axel, gruppo di acquisto che distribuisce il proprio marchio privato in tutto il territorio nazionale. Tale affiliazione rende chiara la forte determinazione dell’azienda di voler migliorare ed ingrandire le proprie potenzialità, ma in maniera sostenibile. Ne abbiamo parlato con Francesca Salvatore, terza generazione della famiglia che, alla professione di responsabile amministrativo in azienda unisce la passione sportiva. Francesca è stata una delle prime donne a conquistare il patentino da allenatore di primo livello nel 2013 e oggi è CT della Nazionale di Calcio femminile a 5. Ci ha manifestato una visione molto chiara della propria identità aziendale con scelte strategiche che mirano alla crescita e all’innovazione, nel rispetto della propria clientela e tradizione.
Ferramenta Salvatore oggi, quale identità rappresenta?
La nostra è un’azienda di piccole dimensioni e, sinceramente io che sono il futuro, vorrei che tale rimanga. Un po’ perché sono donna con mille impegni che desidera far conciliare famiglia e lavoro, un po’ perché con tutto quello che ci circonda nel mercato, non desidero confrontarmi su terreni conflittuali con grandi colossi. Questo, non per mancanza di ambizione, ma per una chiara visione commerciale.
Ciascun di noi conosce i propri limiti e sa dove può arrivare. In un ambito territoriale, come quello abruzzese che non credo crescerà demograficamente e che negli ultimi anni è diventato terra di conquista per tanti nostri competitor spesso poco rispettosi delle regole commerciali, non credo sarà possibile fare voli pindarici. Il nostro fatturato (5,2 milioni di euro) è deriva per 80% dalla nostra attività di grossista e per il restante 20% dal privato. Il nostro target è costituito soprattutto da tutte quelle piccole e medie aziende che fanno riferimento alla nostra azienda perché c’è ancora quel rapporto umano oggi è difficilmente riscontrabile nelle grandi realtà. Un valore emerso soprattutto nell’ultimo periodo condizionato dall’emergenza Covid, in cui abbiamo rappresentato, per la clientela, un reale punto di riferimento sia sotto il profilo professionale, sia umano.
Anche per questo motivo abbiamo deciso di non collaborare più con la grande distribuzione (in passato ci abbiamo provato decidendo poi di non continuare) per un discorso etico e commerciale. La nostra attenzione si rivolge quindi ai nostri nuovi clienti e a quelli storici, alcuni davvero di vecchia data, con noi fin dagli inizi del nonno e poi con i figli e oggi con la terza generazione, ossia con me.
(continua in Ferrutensil in uscita…)