
Lo storico grossista del centro Italia ha sempre puntato sulla serietà, restando al fianco del proprio mercato anche nelle difficili settimane condizionate dall’emergenza. Abbiamo ripercorso questi momenti con Dante Vecchietti, (nella foto).
Ferramenta Severi trae le proprie origini dalla metà del 1800, precisamente nel 1875 con Bernardo Severi che fonda un’azienda per la produzione e vendita di articoli per l’agricoltura. Nel 1976 l’azienda si evolve e viene scissa l’attività all’ingrosso da quella al pubblico. Da una parte viene decisa la creazione di un nuovo magazzino di 5000 metri quadri dando origine alla vendita di ferramenta all’ingrosso rivolto alla regione dell’Umbria. Per il dettaglio, viene mantenuto lo storico negozio tradizionale nel centro di Perugia riferito ad un target privato, pubblica amministrazione ed enti locali con un’identità tradizionale di rivendita di prossimità. Si crea anche un secondo negozio ferramenta di ampia superficie, circa 2500 mq nella periferia di Perugia in zona San Mariano di Corciano, dove si sperimenta un nuovo concept commerciale, attingendo all’esperienza della grande distribuzione coniugata con le peculiarità della rivendita tradizionale di prossimità, fondata sulla vendita assistita, cura del cliente e consulenza.
Oggi la distribuzione all’ingrosso è gestita da Bruno Vecchietti, settima generazione della famiglia in azienda proponendo un’offerta reale di oltre 37 mila articoli nei settori tipici del canale ferramenta: sicurezza, giardinaggio, agricoltura, ferramenta, casalinghi, edilizia, riscaldamenti, piccoli elettrodomestici, campeggio, colore e vernici, antinfortunistica etc. gestiti nel polo industriale di oltre 25 mila mq di San Sisto.
Quali procedure di sicurezza sono state applicate nei negozi al dettaglio e all’ingrosso?
Adeguandoci alle disposizioni di legge, abbiamo adottato tutte le misure necessarie ad operare nella massima sicurezza sia all’ingrosso sia al dettaglio. Nello specifico: misure di distanziamento, di flusso controllato in entrata e in uscita, rilevazione della temperatura per il personale, schedatura delle persone in azienda, limitazione dell’accessibilità, fornitura dpi etc.
Come avete vissuto il periodo di lockdown e la fase2?
Non ci siamo mai fermati, ma siamo sempre stati operativi per cercare di stare vicino alla nostra clientela in un momento così difficile per tutto il comparto con la distribuzione di articoli di prima necessita e legati al contenimento dell’emergenza sanitaria. Abbiamo, infatti, inserito nella nostra offerta anche delle gamme anti-Covid per far fronte alle richieste del cliente e alle contingenti necessità sia in proprio sia della propria clientela e delle aziende collegate. Articoli come parafiati, schermi, mascherine, guanti e tanto altro.
E’ possibile ridisegnare alcune filiere di approvvigionamento nel prossimo futuro privilegiando prodotti Made in Italy e made in Europe?
A mio giudizio si, l’evento Covid-19 ci ha insegnato anche questo. Destinare la produzione esclusiva di alcuni prodotti a Paesi terzi in un momento emergenza, come quello che ci stiamo lasciando alle spalle, crea delle grosse problematiche di approvvigionamento. Penso che mediamente il cittadino si sia reso conto di quanto è accaduto e sia disponibile ad affrontare un prezzo leggermente diverso purché il prodotto venga prodotto in Italia. Questo è un gioco in cui noi crediamo, ma è sempre necessario verificare se la nostra proposta venga recepita nella maniera adeguata dal cliente finale. Negli ultimi anni, le politiche commerciali hanno sempre più mirato alla ricerca di un prodotto sempre più economico; noi invece andiamo in controtendenza, un articolo deve essere valido sia dal punto di vista estetico sia sostanziale. La private label che proponiamo, Exstra, un prodotto italiano ed europeo con una buona qualità ed affidabilità, va proprio in questa direzione.
(continua in ferrutensil Giugno)