
I marketplace utilizzano dark pattern. Ne parla Vzbz…
La maggior parte dei marketplace e delle piattaforme di social media più noti utilizza dark pattern per spingere i consumatori ad acquistare impulsivamente o a svelare i propri dati.
La maggior parte dei marketplace e delle piattaforme di social media più noti utilizza dark pattern per spingere i consumatori ad acquistare impulsivamente o a svelare i propri dati.
L’utilizzo di questi pattern è vietato ai sensi del DSA. Norme più severe sembrano necessarie, affermano i ricercatori.
L’Associazione federale tedesca delle organizzazioni dei consumatori (Vzbz) ha esaminato 18 piattaforme di social media e marketplace online – AliExpress, Amazon, eBay, Facebook, Instagram, Kaufland, LinkedIn, Mediamarkt, Otto, Pinterest, Shein, Snapchat, Temu, TikTok, X, Wish, YouTube e Zalando.
Ai sensi del Digital Services Act (DSA), è vietato alle piattaforme utilizzare design che possono compromettere o ostacolare la capacità dei consumatori di prendere decisioni libere e informate.
Quali sono? Ad esempio i banner dei cookie che non sono conformi alle leggi dell’UE o ai design che fanno spendere di più agli utenti.
Secondo vzbz, tutte le piattaforme selezionate utilizzano design come questi, ma anche meccanismi come la riproduzione automatica o l’uso di elementi di gamification e gioco d’azzardo su queste piattaforme, meccanismi che incoraggiano comportamenti di dipendenza.
La Commissione europea ha già avviato un procedimento contro Temu l’anno scorso – “Nonostante il divieto totale nel Digital Services Act, le piattaforme online continuano a utilizzare design manipolativi e dannosi nelle loro app e sono state ripetutamente ammonite. Ma questo da solo non basta.
Le autorità responsabili devono ora far rispettare in modo coerente le normative esistenti. Altrimenti, il Digital Services Act rimarrà una tigre senza denti, a scapito dei consumatori”, ha affermato Jutta Gurkmann, responsabile della politica dei consumatori presso Vzbv.
“Abbiamo bisogno di regole chiare per l’equità digitale e contro le pratiche di progettazione dannose su Internet, e questo vale anche per la legge generale sui consumatori.
La manipolazione non avviene solo sulle piattaforme, ma anche nelle offerte online dei siti web o nelle app dei rivenditori. La Commissione europea deve utilizzare l’imminente Digital Fairness Act per garantire una vera equità su Internet”.