INDUSTRIA 4.0: A CHE PUNTO SIAMO DAVVERO?
Si parla sempre più spesso di Industria 4.0 e di manifattura digitale, ma lo scenario concreto non è sempre così chiaro e delineato. La quarta rivoluzione industriale digitale è già una realtà o è una visione ancora futuribile? Le fabbriche intelligenti stanno rivoluzionando l’industria italiana? Per rispondere a questi interrogativi è interessante analizzare i dati concreti raccolti dall’Osservatorio MECSPE, realizzato da Senaf in occasione di MECSPE (Fiere di Parma) che disegnano il nuovo orizzonte di sviluppo (e in attesa dell’applicazione del Piano Calenda del Governo con maxi piano di ammortamenti per l’introduzione di macchinari e soluzioni 4.0) in cui le imprese stanno elaborando strategie e pianificano di aumentare gli investimenti in tecnologie abilitanti. E negli investimenti in tecnologie abilitanti, le aziende italiane hanno privilegiato soluzioni per la sicurezza informatica (30,6%), la robotica (20,7%), la meccatronica (20,1%), il cloud computing (16,5%) e la simulazione (16,2%). Per il 2017, però, sarà l’internet of things a godere degli investimenti maggiori, arrivando a registrare un +12% e a essere così presente in quasi un quarto delle imprese italiane (24,9%).
E’ innanzitutto un comparto vitale che guarda con fiducia alle prospettive di sviluppo offerte dalla quarta rivoluzione industriale. Secondo l’Osservatorio MECSPE, infatti, per le pmi della meccanica e subfornitura, il 2016 si è chiuso con fatturati in crescita per quasi la metà (48,7%) e una situazione occupazionale positiva: se per il 44% il numero di addetti non è variato, è stato ben il 46,8% ad assumere nuovo personale.
Positivi anche i risultati prospettati per il 2017:il 56,6% prevede un incremento del proprio fatturato e una situazione occupazionale stabile (49,8%) se non in crescita (46,2%). Una situazione che soddisfa gli imprenditori, con solo un 5% insoddisfatto e ben sei su dieci (59,9%) ampiamente appagati dall’andamento attuale della propria azienda.
Grazie al Piano Calenda e al sostegno del Governo, infatti, la prospettiva di un manifatturiero italiano 4.0 è in netto miglioramento tra gli imprenditori, anche se per il 55,1% è un traguardo ancora lontano. Nel frattempo, però, la metà delle imprese afferma di avere una strategia e una visione d’insieme chiara sul proprio futuro come ‘Fabbriche Intelligenti’ e su come integrare le tecnologie 4.0 nei propri processi per ottimizzare la produzione. Per quasi la metà (49,7%) la digitalizzazione generale raggiunta in azienda è buona, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita (57,1%) e della progettazione e sviluppo del prodotto (54,9%).
Per raggiungere questi risultati, le PMI hanno investito una quota variabile dei propri ricavi. A oggi, se oltre la metà (50,5%) ha dedicato meno del 10%, è comunque un buon 36,6% che ha superato questa quota, e andrà meglio nei prossimi anni. Quasi la metà delle imprese italiane (49,2%) prevede di dedicare oltre il 10% dei propri ricavi agli investimenti in tecnologie 4.0: quasi quattro su dieci (38,7%) investiranno tra l’11 e il 25% dei propri ricavi e il 10,5% oltre il 26%. Un incremento di budget che si spiega anche alla luce del maxi piano di ammortamenti previsto dal Governo per l’introduzione di macchinari e soluzioni 4.0, il quale sarà ampiamente sfruttato dalle aziende italiane (lo afferma il 47,9%): se oltre un quinto delle imprese italiane ne farà ricorso per la prima volta (21,2%), il 26,3% ne farà richiesta dopo aver già beneficiato di quello del 140%. Un numero destinato ad aumentare dopo i chiarimenti della circolare direttoriale del 15 febbraio 2017 su quali beni rientrano tra gli investimenti 4.0, che aiuteranno il 25,8% delle imprese in dubbio, a capire se effettivamente ne potranno usufruire.
Le pmi della meccanica e della subfornitura, che a oggi hanno introdotto nuove tecnologie abilitanti, hanno privilegiato soluzioni per la sicurezza informatica (30,6%), la robotica (20,7%), la meccatronica (20,1%), il cloud computing (16,5%) e la simulazione (16,2%), che saranno oggetto di ulteriori investimenti nel corso del 2017. A fine anno, perciò, la sicurezza informatica sarà presente in oltre un terzo delle aziende (35,7%), in oltre un quarto ci sarà robotica (25,8%) e meccatronica (26,4%), mentre oltre un quinto si doterà di cloud computing (23,7%) e soluzioni di simulazione (21,3%). Durante il 2017, però, sarà l’internet of things a godere degli investimenti maggiori, arrivando a registrare un +12% e a essere così presente in quasi un quarto delle imprese italiane (24,9%).
L’integrazione di queste tecnologie abilitanti 4.0 nei processi produttivi porterà vantaggi soprattutto dal punto di vista dell’ottimizzazione del controllo della qualità dei processi (78,8%) e di quella in real time della supply chain (50%). Seguono il monitoring da remoto (38,6%), il miglioramento dei consumi energetici (34,8%) e la possibilità di una manutenzione predittiva (33,2%).