
industria meccanica, occupazione ferma e calo della produzione nel 2023
Per la prima volta un’inversione di tendenza sta mettendo a rischio il settore. Pesano instabilità economica e questioni geopolitiche.
L’industria meccanica italiana si avvia a chiudere il 2023 con un calo della produzione del -1% rispetto al 2022 e una stagnazione dell’occupazione. Nella relazione annuale elaborata dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria, infatti, si prevede che il comparto rappresentato dalla federazione raggiunga a fine anno una produzione di 55.541 milioni di euro rispetto ai 56 miliardi del 2022, con la quota export/fatturato che si avvicina al 60% anche se in calo rispetto al 2022 dello 0,2%. Gli investimenti nel 2023 non decollano mantenendosi stabili a 1,2 miliardi, così come il numero di addetti: circa 222mila. Crolla la produzione di impianti, macchine e prodotti per l’edilizia -3,7%, così come la produzione di attrezzature e impianti petroliferi -1,8%, settore in cui crolla anche l’esportazione -2,2%.
Il fenomeno è da ricondurre a tre eventi globali difficilmente prevedibili e dall’impatto dirompente: la pandemia di Covid-19, il conflitto russo- ucraino e la recente svolta nel conflitto israelo-palestinese, tre eventi che hanno causato grande instabilità economica e geopolitica, ingenerando effetti sia nel breve che nel lungo periodo. Le tensioni geopolitiche in paesi esportatori di materie prime e l’attuale conflitto israelo- palestinese innalzano nuovamente il rischio di un aumento dei prezzi delle materie prime. Inoltre, le fluttuazioni economiche eccezionali degli ultimi tre anni comportano inflazione e incertezza accompagnata da crescita altalenante, oltre a effetti persistenti dovuti a fenomeni nazionali e globali, quali il reshoring/friendshoring e il ripensamento delle catene del valore globali. In aggiunta, l’attuale irrigidimento delle condizioni finanziarie nei principali paesi avanzati in risposta all’elevata inflazione ha fatto riemergere delle instabilità del sistema finanziario.
Il modello previsionale di Anima Confindustria
L’Ufficio Studi di Anima Confindustria ha elaborato, in collaborazione con il prof. Daniele Siena del Politecnico di Milano, un nuovo modello previsionale in grado di analizzare ed elaborare i dati di mercato relativi al comparto manifatturiero e costruire previsioni sempre più accurate, includendo le principali variabili macroeconomiche partendo dai valori espressi dalle aziende del settore.
Le previsioni elaborate tramite il modello indicano una leggera contrazione della produzione totale delle imprese legate al settore della componentistica meccanica (Anima Confindustria) nel 2023 per il forte aumentare dei tassi di interesse e il rischio di salita del prezzo delle materie prime, per poi riprendersi nel 2024 e superare i livelli pre-pandemici. I prezzi al consumo sono destinati a scendere, grazie anche alla politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea nel 2023, per poi rialzarsi e stabilizzarsi intorno al 2,4% nel 2024. Il modello stima un possibile rimbalzo dell’inflazione nel 2024 per via del forte rischio di aumento dei prezzi dell’energia causato dal contesto geopolitico.