
Dopo l’intesa sull’emendamento riformulato del governo sul Superbonus, è arrivato anche il via libera dell’Aula del Senato al decreto Aiuti bis (182 voti favorevoli e 21 astenuti).
Ora si attende a breve solo della conversione della Camera per diventare legge che contiene anche le auspicate modifiche sulla cessione dei crediti pregressi dei bonus edilizi fino ad oggi bloccati dalle banche.
Come sottolinea anche UNICMI, grazie ad un emendamento di compromesso accettato dal Mef e da Palazzo Chigi, viene finalmente ristretto il campo della responsabilità in solido (che bloccava fino ad oggi l’acquisto dei crediti da parte delle banche) al solo dolo e colpa grave. Ciò varrà per i crediti relativi al Superbonus che nella sua normativa ha sempre previsto le asseverazioni, mentre per i crediti sugli altri bonus edilizi nei casi che richiedano l’obbligo di asseverazione, la restrizione del campo al solo dolo e colpa grave si avrà producendo una asseverazione oggi per allora.
Escludendo cioè la responsabilità solo per chi sia stato coinvolto in violazioni in modo inconsapevole per norme che più di qualcuno, segnala, hanno finito per configurare un’area grigia di discrezionalità. Col primo cedente e primo cessionario (proprietario e impresa) che restano sempre solidalmente responsabili, ha illustrato ieri ai Capigruppo il sottosegretario al Tesoro, Federico Freni.
Un lasciapassare soft che però rischia di pesare ulteriormente sulla spesa pubblica, come indicano gli ultimi dati di Enea di agosto quando risultavano conclusi lavori agevolabili per 30,4 miliardi, con una crescita di 3,3 miliardi rispetto al mese precedente e un esborso sicuro per le casse pubbliche pari a 33,5 miliardi. Mentre gli investimenti ammessi a detrazione (a condizione che tutti i lavori vengano condotti a termine) valgono 43 miliardi di euro, che si trasformeranno in una spesa per lo Stato pari a 47,3 miliardi.