
Nelle sue ‘Previsioni economiche d’inverno’ per il 2021 e 2022, la Commissione europea valuta positivamente gli incentivi al settore delle costruzioni e dell’immobiliare concessi in Italia con il Superbonus 110% e i crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese previsti dal “Piano Nazionale Transizione 4.0”.
Secondo le rilevazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato, nel terzo trimestre di quest’anno la quota di consumatori che indicano certa o probabile una ristrutturazione della propria abitazione raggiunge il 18,2%, il massimo storico dal 2006, con detrazioni fiscali per l’edilizia che coinvolgono 1 milione di imprese del ‘sistema casa’.
Nelle sue ‘Previsioni economiche d’inverno’ per il 2021 e 2022, pubblicate pochi giorni fa a Bruxelles, la Commissione europea valuta positivamente gli incentivi al settore delle costruzioni e dell’immobiliare concessi in Italia con il Superbonus 110% e i crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese previsti dal “Piano Nazionale Transizione 4.0”.
“E’ la conferma – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – di quanto sosteniamo da tempo, sollecitando la proroga a tutto il 2023 del Superbonus 110% e la semplificazione delle procedure per il suo utilizzo. Prolungarne l’operatività permette di dare a cittadini e imprese la certezza di un tempo ragionevole per programmare ed eseguire gli interventi previsti da una misura che ha avuto un avvio complesso e che soltanto ora inizia a scaricare a terra i suoi positivi effetti”.
Secondo le rilevazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato, nel terzo trimestre di quest’anno la quota di consumatori che indicano certa o probabile una ristrutturazione della propria abitazione raggiunge il 18,2%, il massimo storico dal 2006.
Per quanto riguarda i positivi effetti sull’economia, il bonus del 110% e le detrazioni fiscali per l’edilizia coinvolgono 1 milione di imprese del ‘sistema casa’ – di cui 500mila nelle costruzioni, 238mila nelle attività immobiliari e 196mila studi di architettura, di ingegneria e tecnici – con 2,3 milioni di addetti, di cui 2 milioni, pari all’87,6%, nelle micro e piccole imprese.