
Presentare e raccontare la storia Olivari che da oltre un secolo crea “piccole macchine” – come le aveva definite Stefano Casciani – significa raccontare l’architettura e il design, attraverso maniglie che esprimono e declinano la propria funzione in variabili estetiche e tecniche sempre in evoluzione, facendo sì che ogni maniglia diventi un nuovo punto di partenza. questo è l’obiettivo ambizioso di una azienda di eccellenza nel nuovo catalogo e nel nuovo sito.
Dal 1911, di generazione in generazione la famiglia Olivari ha tramandato l’attenzione per i dettagli, la ricerca dell’innovazione e soprattutto la passione per il lavoro ben fatto. Olivari è infatti riconosciuta come una delle più importanti realtà del design italiano, capace di rispondere alle richieste di mercati sempre più esigenti e di distinguersi per la qualità dei prodotti e per la credibilità del marchio.
Una storia varia e complessa sin dalle sue origini, caratterizzata da una sorta di affinità elettiva che lega la Olivari ai progettisti, che si traduce in strette collaborazioni con le migliori menti che l’architettura e il design, nei diversi periodi storici, abbiano avuto. Basti ricordare agli inizi Marcello Piacentini o Gio Ponti, successivamente Joe Colombo o Vico Magistretti, e recentemente Zaha Hadid o Rem Koolhaas. Ognuno di essi è riuscito ad esprimere il proprio personale talento in questo piccolo oggetto, contribuendo a creare una collezione di notevole interesse, anche culturale.
Tutti questi percorsi, incontri e soluzioni sono raccontati nel nuovo catalogo e nel nuovo sito: due strumenti che ora permettono di conoscere le storie e le idee nascoste dentro un oggetto apparentemente semplice come la maniglia. Catalogo e sito, accomunati da uno stesso linguaggio grafico, fresco ed immediato, diventano l’espediente che aiuta a comprendere la storia aziendale e lo stretto legame azienda/architetto diventa esso stesso il filo conduttore di una evoluzione ancora in atto. Addentrandosi nella lettura, si scoprono tanti piccoli aneddoti relativi alla nascita dei diversi modelli: a volte si descrivono le forme e le soluzioni innovative, a volte invece si riconoscono gli stimoli ricevuti verso l’evoluzione tecnologica, come la prima maniglia in alluminio anodizzato, Bica, o la prima in materiale plastico, Boma, o anche verso il recupero di una antica lavorazione, il Guilloché.
Quello che viene presentato è quindi una sorta di nuova grammatica Olivari, fatta di storia, di presente e di futuro. Un nuovo linguaggio alla cui comprensione viene incontro la grafica. Il catalogo viene strutturato in tre sezioni chiaramente identificate grazie all’utilizzo di tre carte differenti. Uso mano per la parte introduttiva di 20 pagine dedicata alla storia aziendale ricca di aneddoti. Carta patinata per la parte centrale, dove l’utilizzo generoso di immagini e di testi aiuta a cogliere i dettagli di ogni maniglia, senza mai scordare il riferimento al progettista a cui viene dato spazio per raccontare la sua progettualità. Carta colorata per la parte conclusiva, dove vengono riportati i disegni utili per i prescrittori.