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LA TECNOLOGIA DIGITALE TRASFORMA LA DISTRIBUZIONE EDILE?

LA TECNOLOGIA DIGITALE TRASFORMA LA DISTRIBUZIONE EDILE?

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Tutti anche in edilizia sono ormai convinti che la digitalizzazione non sia più una scelta, ma un must per tutte le aziende della filiera, fondamentale per creare nuovi modelli, per vendere più e meglio e riuscire a dare servizi innovativi.

Se il mondo digitale entra in un comparto tradizionale come l’edilizia e la sua filiera distributiva, cosa può cambiare? Tutto o almeno sembra. Se ne è parlato in occasione del convegno Digital Store Transformation organizzato da Sercomated, società consortile creata da Federcomated, Federazione Nazionale Commercianti Cementi Laterizi e Materiali da Costruzioni Edili a fine Maggio.

Negli ultimi tempi ci sono stati avvistamenti anche in edilizia di forti contaminazioni tecnologiche tra il reale e il futuribile: dai muratori robot ai sacchi di cemento che parlano, dallo showroom virtuale ai droni che controllano i cantieri e fanno visure termiche e antisismiche, fino ad arrivare alle mille potenzialità di logistica ed e-commerce.  Ma soprattutto la digital transformation prevede un insieme di cambiamenti culturali, organizzativi, creativi e manageriali andando oltre la semplice adozione di nuove tecnologie. Permette di erogare servizi, fornire beni, far vivere esperienze, creando nuove connessioni tra persone, luoghi e cose, integrando e coinvolgendo tutto l’ecosistema toccato dal processo. Cosa può significare per il mondo degli store di materiali edili e per l’intera filiera delle costruzioni?

Innanzitutto significa l’affermazione di nuovi modelli organizzativi primo tra tutti quello della co-creazione, con i propri clienti e con i propri partner e l’opportunità per riuscire ad integrare i processi.

Oggi che la tecnologia spesso è più avanzata all’esterno che all’interno dell’azienda, ed è necessario costruire il nuovo modello organizzativo per il presente e per il futuro, un ecosistema in cui convivano clienti, collaboratori e fornitori.

Il processo di progettazione e realizzazione delle strutture è cambiato rapidamente. Il cambiamento è dovuto soprattutto all’emergere del metodo BIM (Building Information Modeling) che è un metodo di progettazione collaborativo che consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Al tempo stesso, il mondo distributivo edile non può più non considerare la forte crescita dell’ecommerce anche in Italia, (che nel 2016 ha messo a segno 19,6 miliardi di transazioni, +18% rispetto al 2015), un giro d’affari che però tocca ancora davvero marginalmente questo settore. «Le costruzioni sono il comparto meno digitalizzato del mondo, con un livello tra i più bassi di investimenti destinati all’innovazione. – sostiene Regina De Albertis, vice presidente ANCE Giovani – A livello mondiale, secondo il World Economic Forum, una delle ragioni per le quali la produttività dell’edilizia negli ultimi 40 anni è stata stagnante, o in alcuni casi decrescente, è da ricercarsi nella particolare lentezza nell’adottare le nuove tecnologie digitali nei processi produttivi. Il Boston Consultin Group stima che, attraverso la digitalizzazione del settore e l’utilizzo del BIM si possa ottenere una riduzione del costo totale del ciclo di vita di un progetto di quasi il 20%. «E chi investe in innovazione, cresce – assicura la De Albertis – Nonostante questo secondo una ricerca dell’ANCE il 77% per cento delle imprese possiede un sito web ma l’aggiornamento e il controllo accessi è ancora bassissimo. Il BIM è conosciuto dal 92% del campione di imprese intervistato da ANCE ma a utilizzarlo è solo il 13%, mentre più di 1/3 delle imprese utilizza sistemi di project manager e di controllo gestione. E quasi sconosciuta è la realtà aumentata.

E il commercio online di materiali edili? A rispondere alla domanda, declinata in termini di distribuzione edile digitale, sono Maurizio Alfieri, co-founder Edilportale e Archiseller, e Mariella D’Incognito, e-commerce manager Archiseller: «Sulla spinta di alcuni marchi della grande distribuzione del bricolage, da qualche tempo anche il settore edile ha cominciato a sondare la possibilità di vendere online i propri prodotti. Al momento, però, produttori e rivenditori edili hanno una duplice visione dell’e-commerce: come “minaccia”, perché l’e-commerce – spiega Alfieri – consente a qualsiasi rivenditore, ovunque si trovi, di mettere in discussione gli equilibri territoriali che fino ad oggi hanno regolato domanda e offerta sul territorio, e come “opportunità”, perché l’e-commerce rappresenta la possibilità per un rivenditore di ampliare il raggio d’azione del suo know-how, maturato in anni di commercializzazione del prodotto edile.