Il testo licenziato dalla Camera in merito alla Legge di Bilancio riporta al 65% l’incentivo per le caldaie a condensazione tecnologicamente più avanzate (di efficienza pari alla classe A con sistemi di termoregolazione evoluti) e per i generatori d’aria calda a condensazione. Una scelta che premia l’innovazione e l’efficienza energetica, in un settore in cui le imprese italiane costituiscono una punta di eccellenza, alla luce dell’impegno della riduzione del 40% delle emissioni entro il 2030, coniuga salvaguardia ambientale e risparmio per le famiglie.
Una notizia che Alberto Montanini, presidente di Assotermica (nella foto), commenta così «la discussione sulla Legge di Bilancio è stata complessa e dagli esiti incerti fino all’ultimo. Già da tempo, infatti, si ventilava l’ipotesi di un taglio degli incentivi per le caldaie a condensazione. Il testo, infatti, conteneva una rimodulazione e abbassava dal 65% al 50% l’ecobonus, indistintamente per tutte le tipologie di generatori a condensazione. Non è stato semplice, ma grazie a numerosi confronti con il Parlamento e con i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, il testo licenziato dalla Camera riporta al 65% l’incentivo per le caldaie a condensazione tecnologicamente più avanzate (di efficienza pari alla classe A con sistemi di termoregolazione evoluti) e per i generatori d’aria calda a condensazione. Inoltre, e questa è una novità assoluta che mi rende particolarmente orgoglioso, la norma introduce la stessa detrazione per i sistemi ibridi costituiti da pompa di calore e caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro».
Antonio Misiani, deputato del Pd componente della Commissione Bilancio aggiunge in merito: «I due emendamenti su ecobonus e sismabonus che la commissione bilancio ha approvato rappresentano un notevole passo in avanti. Il primo emendamento ridisegna in modo più razionale il sistema di incentivi per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale delle abitazioni. Un mercato importante, che vale oltre mezzo miliardo di euro e che è presidiato al 70 per cento da aziende italiane. L’ecobonus viene riportato al livello massimo per le caldaie a condensazione tecnologicamente più avanzate (classe A con sistemi di termoregolazione evoluti), e viene invece azzerato per quelle meno performanti (classe B). E’ una scelta che premia l’innovazione e l’efficienza energetica, in un settore in cui le imprese italiane costituiscono una punta di eccellenza. Il secondo emendamento coordina l’ecobonus e il sismabonus per gli interventi di riqualificazione dei condomini. L’incentivo, nel caso di interventi congiunti di riqualificazione energetica e sismica viene unificato all’80 o 85 per cento (a seconda del grado di riduzione del rischio sismico), con una importante semplificazione delle procedure per le imprese e i contribuenti. Si aggiunge così un tassello importante ad un sistema di incentivazione che già la legge di bilancio 2017 aveva fortemente rafforzato. La rigenerazione dei condomini ha potenzialità enormi sia dal punto di vista economico che sotto il profilo ambientale, dato che gli immobili abitativi sono responsabili di una quota importante delle emissioni di CO2 e del consumo energetico nazionale».
Alla luce dell’impegno della riduzione del 40% delle emissioni entro il 2030, questo intervento coniuga salvaguardia ambientale e risparmio per le famiglie. L’inserimento di una scala di premialità fiscale proporzionale all’efficienza energetica e alle migliori prestazioni di riduzione delle emissioni è un esempio di come la fiscalità ambientale possa essere usata per coniugare in modo efficace benessere per le comunità, risparmio per le famiglie ed alte eco-prestazioni».