
Perché Google punta sulla sinergia tra fisico ed online dei piccoli rivenditori?
Per accelerare la sua crescita nel campo del commercio online, il gruppo Google ha deciso di puntare sui piccoli rivenditori acquisendo la startup irlandese Pointy.
Per accelerare la sua crescita nel campo del commercio online, il gruppo Google ha deciso di puntare sui piccoli rivenditori acquisendo la startup irlandese Pointy, ideatrice di una tecnologia che aiuta i commercianti che non hanno una vetrina e-commerce ad ottenere visibilità per i loro prodotti online senza sforzo.
Offrire soluzioni ai negozi fisici che desiderano migliorare la loro presenza online sfruttando modalità di promozione tipiche degli e-commerce è possibile?
Per Google rappresenta il futuro dei piccoli esercizi che desiderino operare in multicanalità e oggi, dopo l’esperienza del lockdown, ancora di più, potrebbe rappresentarne la sopravvivenza.
L’entità dell’investimento economico non è stata resa nota. Sappiamo però che l’ultima stima del valore di Pointy, calcolata in base ai finanziamenti ricevuti dalla startup, si sarebbe attestata infatti intorno ai 20 milioni di dollari. Fino ad oggi i proventi di Pointy sono stati generati in primis dalla commercializzazione di un dispositivo hardware dal prezzo di 700 dollari per l’Inventory management attraverso il quale i commercianti possono gestire un inventario online dei prodotti che si trovano all’interno o nel magazzino del punto vendita, velocizzando il processo di caricamento degli articoli e l’aggiornamento della loro disponibilità consentendo di sincronizzare in modo semplice e immediato le merci disponibili con il catalogo pubblicato sul Web.
Come funziona? Nella pratica basta cercare un prodotto di interesse sul motore di ricerca di Google, questo rimanda in automatico alla pagina Pointy e al negozio che la vende. In questo modo si aiutano i rivenditori a piazzarsi meglio online e nello stesso tempo spingere l’acquisto nei negozi fisici. Pointy, inoltre, aggiorna automaticamente i dati sui prodotti presenti in magazzino grazie a degli algoritmi, un altro modo per aiutare i rivenditori ad evitare un lungo inventario.
Una partnership tra le due aziende già collaudata: i team delle due aziende hanno infatti collaborato ad un progetto basato sulla raccolta di dati da riutilizzare in piattaforme come Google Maps e Google Search. Tali informazioni sono state poi sfruttate per massimizzare i risultati derivanti dalle campagne di advertising pagate dai negozianti.
Dietro tale l’acquisizione sembra ci sia la sempre più forte intenzione di Google di avviare un duello con Amazon anche sul canale ecommerce, una rivalità che potrebbe essere positiva e offrire molte nuove opportunità per il canale retail.