Rottame sempre più prezioso per la siderurgia in Italia ed Europa
Nel medio periodo resterà il surplus sul mercato europeo, ma potrebbero esserci tensioni sulle categorie più pregiate per la produzione di acciai di qualità. Se ne è parlato nel convegno di siderweb e Ricrea a Ecomondo.
Il rottame ferroso diventerà sempre più prezioso per la siderurgia italiana ed europea. La domanda aumenterà, anche a livello globale. L’Europa, secondo le previsioni del Boston Consulting Group, passerà dal surplus di circa 15 milioni di tonnellate attuale a 10 milioni nel 2030. L’incognita principale sarà, però, la qualità di questa materia prima, con il possibile innescarsi di tensioni tra domanda e offerta per le categorie più pregiate, che sono necessarie per produrre acciai di alta qualità con impianti elettrosiderurgici (tensioni che potranno essere ridotte con un maggior utilizzo di preridotto).
È questo lo scenario che si apre davanti all’acciaio italiano, che è stato analizzato nel convegno dal titolo “La centralità del rottame nel futuro della siderurgia. Analisi e prospettive del mercato nazionale ed europeo del rottame ferroso”, organizzato da siderweb in collaborazione con Ricrea, Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio, che si è tenuto lo scorso 7 novembre nell’ambito di Ecomondo, in corso alla Fiera di Rimini.
«A oggi, sono 60 i Paesi che hanno già introdotto barriere all’export di rottame. Tra essi ci sono Cina, India, Medio Oriente, Russia, Vietnam. Misure sono allo studio in Ue e in Messico. Per ora non pongono limiti all’export di questa materia prima Usa, Giappone e Regno Unito; ma, essendo essi grandi esportatori, bisognerà monitorare con attenzione la situazione». Lo ha spiegato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, che ha delineato anche i possibili scenari per la filiera del rottame nel medio periodo.
Vista la possibile tensione relativa ai volumi disponibili, e le prevedibili ripercussioni sui prezzi, le acciaierie potrebbero: «Investire direttamente nella raccolta del rottame; incorporare la funzione della selezione del rottame in acciaieria; lavorare sul mix di carica dei forni elettrici, sfruttando le tecnologie emergenti per ottenere un acciaio migliore dal punto di vista chimico e delle emissioni» ha illustrato Ferrari.
Quanto ai commercianti di rottame, «si aprirà il tema del controllo della filiera. Potrebbero rendersi necessarie operazioni di consolidamento per ottenere economie di scala, ridurre le sovrapposizioni, avere una raccolta meno combattuta e stringere partnership. Così aumenterebbero le possibilità che la filiera possa rimanere indipendente». Secondo l’Ufficio Studi siderweb, poi, «bisognerà lavorare sulla qualità dell’offerta di rottame, con investimenti in nuove tecnologie». Allargando lo sguardo al resto della filiera, secondo Ferrari «gli estrattori di minerale di ferro potrebbero decidere di aprire una seconda filiera per il recupero del rottame, in modo da diminuire la propria carbon footprint complessiva».
RICREA – Dopo aver raggiunto risultati che posizionano il sistema italiano fra i primi in Europa per quantità di materiale avviato al riciclo (un tasso pari all’87,8% dell’immesso al consumo,
superando l’obiettivo dell’80% fissato per il 2030 dall’Unione europea), RICREA, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio continua a puntare all’ulteriore miglioramento. Il presidente Domenico Rinaldini, durante il convegno, ha sottolineato che «non sarà facile continuare a tenere alta l’asticella. Comunque, il nostro obiettivo è continuare a migliorare. Vogliamo riuscirci mostrando agli italiani che i loro sforzi non sono vani e che i rifiuti da loro conferiti vengono effettivamente riciclati. Loro ci hanno dato una mano a raggiungere risultati importanti e siamo certi che, insieme ad aziende e Comuni, ci sosterranno anche in futuro». E in questo «la comunicazione è uno strumento centrale e potentissimo per incentivare il corretto riciclo».
PAROLA AGLI OPERATORI – Nella tavola rotonda moderata da Francesca Morandi, responsabile relazioni esterne di siderweb, si sono confrontati Cinzia Vezzosi, presidente di Assofermet e Zetamet, e Fabio Zanardi, presidente di Assofond e Zanardi Fonderie.
«La riduzione della disponibilità di rottami ferrosi “nuovi”, provenienti da taglio, cesoiati e ritorni di acciaieria, farà aumentare l’uso di materia prima che ha bisogno di “purificazione” e ulteriore lavorazione (rottame end of life, ndr). In altre parti del mondo riescono a utilizzare grandi quantità di rottami vecchi grazie all’aggiornamento degli impianti e ad investimenti in nuove tecnologie. Questo dovrà avvenire anche da noi, ma dobbiamo riuscire a rinnovarci» ha detto Cinzia Vezzosi.
«La competizione per l’approvvigionamento di queste materie prime sarà in continua crescita, con potenziali nuove tensioni sul mercato nel breve e medio periodo. Il rottame è una materia prima fondamentale per ridurre l’impronta ambientale delle fusioni e, considerando i dazi sulla ghisa russa (il cui import è contingentato per il 2024 e 2025 e sarà completamente vietato dal 2026) e l’imminente entrata in vigore del CBAM (che aumenterà i costi della ghisa proveniente dagli altri Paesi extraeuropei) esso sarà sempre più decisivo per realizzare prodotti a basso impatto ambientale e in grado di essere proposti sul mercato a prezzi competitivi» ha detto Fabio Zanardi.