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SHARING ECONOMY, MINACCIA O OPPORTUNITÀ PER LE UTENSILERIE?

SHARING ECONOMY, MINACCIA O OPPORTUNITÀ PER LE UTENSILERIE?

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La sharing economy si affaccia al settore dell’utensileria con il progetto – ancora in fase embrionale – toolssharing.com. Una riflessione su come potrebbe integrarsi una community di ‘tool sharing’ in un comparto poco avvezzo alle nuove tecnologie come il nostro.

 

Si fa un gran parlare di sharing economy, quell’insieme di attività basate sulla condivisione di beni, servizi o conoscenze. Per alcuni economisti è il modello di sviluppo del futuro, in quanto permette un ottimale impiego delle risorse disponibili e una ridistribuzione della ricchezza che oggi sarebbe impossibile attraverso il modello del ‘possesso esclusivo’ che ha dominato finora. Gli esempi sono i più svariati e le varianti sul tema pressoché infinite. Si è partiti dai beni più costosi come le automobili con servizi cosiddetti di car sharing – in realtà una formula di noleggio semplificato – fino a concetti effettivamente più evoluti come i vari Bla-Bla Car (affitto dei posti liberi in auto quando si effettua un viaggio) o il famigerato Uber contestato dai tassisti di tutto il mondo. Successo planetario anche per AirB&B e simili, ossia soluzioni per la condivisione di alloggi tra privati. Il concetto della condivisione è così attuale e vincente, soprattutto in una congiuntura economica che rende sempre più impegnativi gli investimenti, che pian piano si sta diffondendo in tutti i settori, anche per beni di minor valore rispetto a case e auto, coinvolgendo il mondo di professionisti e imprese.

 

La condivisione dell’utensileria

In questo senso il settore dell’utensileria si presta egregiamente a proposte di ‘tool sharing’: quanti sono gli utensili e le macchine di un certo costo che i nostri clienti devono avere per la loro attività, ma che in realtà non usano tutti i giorni? Certamente tanti. Poi è chiaro che la condivisione, per esempio di un martello demolitore tra più artigiani, apre una serie di problematiche di non facile soluzione: il corretto uso, la manutenzione, gli accessori, il trasporto, eventuali danni, la sicurezza, ecc. Ostacoli comunque non insormontabili, che esistevano anche nei settori dove lo sharing è già una realtà consolidata, basta fissare regole precise ed escogitare un meccanismo che renda conveniente per tutti osservare tali regole (sistemi di controllo incrociati, feedback e garanzie di pagamento).

 

È recentissima la notizia di tre imprenditori che stanno cercando finanziatori per un progetto di questo tipo. Si chiama Toolssharing.com (ne parliamo nel dettaglio più avanti) ed è un primo abbozzo di una formula di condivisione dal basso, cioè in cui non esiste un noleggiatore e un cliente, ma si tratta di una community in cui tutti (presumibilmente artigiani e professionisti) possono cedere o prendere a noleggio indifferentemente. Non abbiamo idea se il progetto Toolssharing.com possa davvero funzionare, ma prima di tutto ci interessa fare una riflessione su come l’introduzione di elementi di ‘sharing economy’ nel nostro settore possa trasformare il ruolo di produttori e rivenditori, perché possiamo essere certi che prima o dopo dovremo farci i conti.

 

Cosa cambia per i produttori…

Per i produttori non cambierà poi molto: venderanno a noleggiatori anziché ad utilizzatori, che saranno certamente di meno, ma poiché l’uso sarà più intenso, dovranno sostituire gli utensili più spesso. Casomai dovranno sviluppare servizi più evoluti di assistenza e manutenzione. Qualche azienda si è già mossa per mettere in condizione il rivenditore di gestire direttamente un servizio di noleggio per i propri clienti. La Tyrolit, per esempio, con il “Tyrolit Rental Service” elimina completamente una delle principali barriere alla creazione di un’attività di noleggio, ovvero l’acquisto e la gestione del parco macchine. La formula è semplice: il partner di Tyrolit Rental Service sottoscrive un contratto di noleggio “aperto”, della durata di 24 mesi, per tipologie di prodotto (taglio, carotaggio e demolizione leggera). Al termine dei 24 mesi, Tyrolit ritirerà in ogni caso le sue macchine, sostituendole con modelli nuovi in caso di proseguimento dell’accordo. Le macchine ritirate, rigenerate, entreranno a far parte del parco dei mezzi previsti come macchine sostitutive, evitando quindi di entrare in concorrenza con i partner e lasciando loro attrezzature nuove e performanti.

 

…e per i rivenditori

Quello appena citato è un esempio di come produttore e rivenditore possano collaborare per creare un servizio strutturato di noleggio, una formula commerciale antica, che rientra a pieno titolo nella voce ‘sharing economy’. Ma il punto vendita di utensileria sarebbe anche il baricentro ideale in una vera community di tool sharing, di cui si potrebbe fare promotrice. Chi meglio del rivenditore sa tra i suoi clienti chi possiede determinate macchine, come e quanto le usa, e potrebbe farsi garante super partes in caso di scambio, nonché fornire servizi in termini di manutenzione, fornitura accessori, ecc.? Secondo noi in un futuro non molto lontano esisteranno infrastrutture tecnologiche e organizzative (app, siti, ecc) che potranno supportare il rivenditore in queste attività, chiamiamole collaterali, ma che risulteranno un vantaggio competitivo notevole rispetto ai concorrenti. Il cliente infatti sarà fortemente motivato ad acquistare attrezzature e macchine da noi, sapendo che possiamo fargli recuperare parte dell’investimento attraverso la condivisione. In questo senso consigliamo di tenere le orecchie ben aperte e di valutare attentamente eventuali novità che dovessero nascere.

Per il momento l’unica iniziativa di questo genere di cui abbiamo notizia è ancora in fase embrionale: sta cercando fondi su eppela.com, piattaforma di crowdfounding, in sostanza un sito in cui chiunque può scegliere di finanziare progetti che gli sembrano interessanti. Servono 7.000 euro, al momento in cui scriviamo l’articolo ne sono stati raccolti un migliaio. Ma vediamo in ogni caso di cosa si tratta.

 

 

Toolssharing.com, il ‘Facebook del Cacciavite’

Toolssharing.com – il “Facebook del Cacciavite” ambisce a diventare il primo network per la condivisione degli strumenti da lavoro, ovvero un grande e moderno magazzino online di tutti e per tutti, un’officina attrezzata dove ognuno può trovare lo strumento da lavoro adatto ad ogni esigenza. Basta scegliere cosa mettere in sharing, in condivisione. L’idea è stata lanciata da tre progettisti – Matteo Labellarte, Tommaso Pardi e Alberto Acarsi – che spiegano: “Siamo partiti pensando agli artigiani, agricoltori e privati, ma poi ci siamo accorti che possono utilizzare questo servizio anche le aziende che producono prodotti per l’edilizia, i rivenditori edili, i liberi professionisti, ma anche la pubblica amministrazione. In Italia ci sono (fonte Istat) circa 1.5 milioni di artigiani, 1,5 milioni di agricoltori e circa 600.000 imprese edili. Un potenziale enorme. Un magazzino così fornito, aperto 24/7 e dislocato su tutto il territorio non ha precedenti. Basta metterlo in rete, con regole precise e sistemi di pagamento sicuri. Oggi il nostro target è chi ha la proprietà dello strumento o del mezzo da lavoro, ma anche chi ha bisogno di utilizzarlo ma non lo vuole comprare… perché così si guadagna da una parte e si risparmia dall’altra. Stiamo anche lavorando al Cloud di Toolssharing che permetterà di eliminare tutta la parte cartacea degli strumenti (libretti di uso e manutenzione, per esempio) e portarli su ogni cantiere da lavoro, un passo vincente per la sicurezza sul lavoro a aiutare le aziende ad essere al passo con i tempi”.

Chi volesse sostenere l’iniziativa può andare su www.eppla.com e cercare ‘Toolssharing’. Nella pagina dedicata al progetto, è possibile contribuire all’iniziativa con importi da 5 a 500 euro a fronte di benefici che sono specificati nel dettaglio; se il progetto non raggiungerà l’obiettivo di raccolta fondi prefissato entro la data prefissata (7.000 euro entro la metà di novembre), non verrà mai prelevata alcuna somma. E’ anche già attivo il sito web www.toolssharing.com.

 

Come funziona

Per chi cerca l’utensile o il macchinario l’iscrizione è gratuita. Per chi vuole condividere (proprietario) l’attrezzatura deve registrarsi pagando una piccola quota di registrazione annuale e solo sul contributo richiesto, relativo allo sharing dello strumento; la piattaforma percepirà una piccola percentuale (escluso i costi di transazione variabili da 1 a 5% a seconda della carta di credito utilizzata). Tre sono i passi da effettuare, sia per chi offre che per chi cerca. Innanzitutto scegliere il raggio di azione. Il proprietario dello strumento inserirà lo strumento di lavoro (foto, scheda tecnica, luogo di ritiro); riceverà poi le richieste di sharing che deciderà se accettare o rifiutare; in caso di accettazione, riceverà il contributo stabilito e lascerà un feedback su chi ha utilizzato lo strumento a sharing concluso. Chi invece si collega al servizio toolssharing.com per cercare uno strumento, potrà visualizzare subito tutto ciò che c’è a disposizione insieme al contributo di utilizzo; entrare in contatto con il proprietario (è possibile comunicare con il proprietario su data, luogo, ora di ritiro, giorni di utilizzo), e attivare lo sharing; effettuare il contributo per lo sharing, ovvero una volta riconsegnato lo strumento al proprietario, confermare il contributo per l’utilizzo e lasciare un feedback sul proprietario. I costi di spedizione, quando non è specificato diversamente, sono inclusi nell’importo della ricompensa selezionata. Nel caso in cui non fosse chiaro, si può scrivere direttamente al progettista nell’area commenti o tramite email.