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Siderweb, il sentiment dell’acciaio tra pandemia e PNRR

Siderweb, il sentiment dell’acciaio tra pandemia e PNRR

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In collaborazione con BPER Banca, siderweb ha sottoposto un questionario a un campione rappresentativo della filiera dell’acciaio nazionale. Il 42% delle imprese dichiara incrementi sui costi materie prime sopra il 50%; il 37% tra il 30 e il 50%.

 

Nell’indagine sono state coinvolte circa 100 imprese, appartenenti prevalentemente a tre comparti: 35% produzione, 25% centri servizio, 21% distribuzione). Le domande hanno riguardato le attese per i risultati di bilancio 2021 e le prospettive per il 2022. Ecco quanto è emerso.

 

Fatturato: Nel 2021, il 90% prevede un aumento del fatturato, di cui poco meno di un terzo superiore al 50%. Nel 2022 si assiste a un rallentamento dello sviluppo: il 35% pensa di stabilizzare il giro d’affari; solo il 37% intravede un’ulteriore crescita.

 

Risultati economici: Nel 2021, il 90% prevede un incremento del risultato economico, in un quarto dei casi superiore al 100%. Nel 59% dei casi l’incidenza dell’Ebitda sul fatturato è inferiore al 10%. Solo un decimo delle imprese ha un valore più che soddisfacente, superiore al 15%.

 

La situazione non migliora nel 2022: calano le imprese che si attendono un ulteriore incremento del risultato economico (59%) e aumentano quelle che si preparano a un calo (39%).

 

Investimenti: Il 54% ha confermato o incrementato (23%) i budget. Il primo posto è occupato dagli investimenti in nuova tecnologia e innovazione.

 

PNRR: Il 68% indica di attendersi un impatto soddisfacente o molto soddisfacente.

 

Costi di materie prime e trasporti: Quanto ai costi delle materie prime, il 42% delle imprese dichiara incrementi sopra il 50%; il 37% tra il 30 e il 50%. Quanto all’andamento futuro, la percezione è di forte preoccupazione: il 58% ritiene che vi sarà una riduzione dei costi, ma una parte dell’incremento sarà consolidato; solo il 10% sostiene che la crescita sia temporanea con ritorno alla situazione preesistente.

 

Per i costi di trasporto, il 49% ritiene che una parte del rincaro rimarrà; il 40% non presume significativi cambiamenti per il 2022.

 

«Le imprese, anche grazie al sostegno europeo e italiano, stanno rispondendo in modo deciso alla pandemia, con uno sguardo attento all’evoluzione dell’economia che, in Italia, dopo tanti anni di retroguardia, sta assumendo valori adeguati anche se insufficienti per colmare anche una piccola parte del ritardo accumulato negli ultimi 20 anni.

 

Dalle risposte emerge una sostanziale fiducia anche se connotata da grande prudenza: il 2022, infatti, lascia ancora molti dubbi, come si vede dalle previsioni dell’andamento del fatturato e dei risultati economici. Questi ultimi, infatti, non sono ancora soddisfacenti, soprattutto con riferimento all’Ebitda che rimane assai contenuto» ha sottolineato Claudio Teodori, professore ordinario dell’Università degli Studi di Brescia (nella foto).