
Sostenibilità e nuove generazioni sono le parole del futuro dell’acciaio
La decima edizione della Conference & Exhibition – Made in Steel 2023 – svoltasi a Fieramilano si è chiusa con una tavola rotonda dedicata allo sviluppo sostenibile del settore.
La decima edizione di Made in Steel si è conclusa con il convegno “Acciaio: i nuovi futuri”. È stata l’occasione per delineare le possibili strade per uno sviluppo sostenibile per la siderurgia italiana e internazionale, con gli interventi di alcuni tra i principali protagonisti del comparto.
«Solo insieme si può affrontare il futuro – ho commentato Paolo Morandi, Ceo di siderweb e Made in Steel –. Abbiamo titolato Made in Steel 2023 “GENERATIONS, re-imagining our world” perché il nostro mondo ha bisogno dei giovani, così come i giovani hanno bisogno di grandi testimonianze per essere guidati. Questa decima edizione è stata un successo, la prima in cui io e mia sorella Francesca Morandi, content manager, abbiamo assunto questo nuovo ruolo, con tanta voglia di fare e supportati da una squadra fantastica. Abbiamo battuto ogni record. Aspettiamo i numeri ufficiali sulle presenze, ma abbiamo sicuramente battuto il record precedente del 2019. Quindi c’è grande soddisfazione».
Ad apire l’ultimo appuntamento della Conference & Exhibition internazionale dedicata alla filiera dell’acciaio è stato Luigi Cuzzolin, vicepresidente di Made in Steel: «Nel 2000, insieme a Emanuele Morandi, abbiamo pensato di creare siderweb per far comunicare tra di loro gli operatori della filiera e poi per aprirla al dialogo con l’esterno. Lo abbiamo fatto perché quello siderurgico è un comparto strategico, innovativo e, soprattutto, molto sostenibile. Ci attendono tante sfide, partendo da quella di rimanere competitivi nonostante regole sempre più stringenti. E queste sfide vanno affrontate insieme, facendo sistema, coinvolgendo le nuove generazioni».
Il presidente e Ceo di Marcegaglia Steel, Antonio Marcegaglia ha sottolineato: «Interpretare il concetto di sostenibilità in modo fattivo e completo, per ciascuno dei Gruppi siderurgici e non solo che intendo intraprendere questa strada, significa mettere in campo un forte impegno per coniugare una necessaria e prioritaria evoluzione della decarbonizzazione, all’interno della sfida ambientale che tutto il nostro settore sta vivendo, anche con le dimensioni economica e sociale. Per fare questo, anche per la difesa a lungo termine della nostra industria e della nostra manifattura, dobbiamo allargare gli orizzonti e coinvolgere più Paesi, più attori per non isolarci nella solo Europa. Serve uno sforzo pragmatico, più ampio e globale».
Una strada, quella della decarbonizzazione, che sta percorrendo il principale impianto di produzione di acciaio da ciclo integrale, come ha spiegato il presidente di Acciaierie d’Italia Franco Bernabè: «L’impegno di Acciaierie d’Italia per il risanamento ambientale è stato in questi anni veramente notevole, credo non ci siano precedenti esperienze di investimenti di questa dimensione. In totale abbiamo allocato quasi un miliardo e 400 milioni di euro che, uniti a quanto stanziato dall’amministrazione straordinaria, arriviamo a una cifra di circa un investimento di un miliardo e 800 milioni di euro per l’ambiente. Si tratta di uno sforzo colossale che verrà integrato dal grande progetto di decarbonizzazione, nel quale sono impegnate Acciaierie d’Italia e DRI d’Italia, per la produzione del preridotto necessario per alimentare il primo dei forni elettrici che verranno realizzati all’interno dell’acciaieria. È un programma ambizioso perché si tratta di decarbonizzare tutto il nostro processo produttivo e richiederà una decina d’anni per potersi sviluppare. Credo che il metodo di lavoro adottato per realizzarlo, insieme alle istituzioni locali e ai sindacati, può portare a risultati molto positivi. Il percorso è dunque tracciato e dobbiamo andare avanti sulla strada indicata negli incontri fatti al ministero dello Sviluppo economico e del Made in Italy».