A sorpresa, con un decreto-legge presentato dal ministro Giorgetti, l’esecutivo prova ad arginare l’impatto dei bonus edilizi sui conti pubblici che potrebbero pesare per oltre 150 miliardi di euro.
Nessuno fino a mercoledì si sarebbe aspettato un nuovo intervento del Governo sul Superbonus. Invece a distanza di poche settimane dalla Legge 22 febbraio 2024, n.17, sta per approdare in Gazzetta Ufficiale un nuovo provvedimento d’urgenza che modificherà pesantemente il regime previsto per gli ultimi due anni di Superbonus e per l’ultimo anno delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito). Non sono bastate infatti le limitazioni previste prima dal D.L. n. 11/2023 e poi dal D.L. n. 212/2023.
Alla fine, numeri alla mano, il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha deciso di abolire definitivamente il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) che ancora esisteva. In particolare, le disposizioni sono volte alla tutela della finanza pubblica nel settore delle agevolazioni fiscali in materia edilizia e di efficienza energetica.
“Il governo ha approvato un decreto in materia di bonus edilizi energetici che elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano. Inoltre, abbiamo eliminato la disposizione della remissione in bonus che avrebbe consentito fino al 15 ottobre 2024 le correzioni, con il pagamento di minime sanzioni, di tutte le comunicazioni già intervenute.
Abbiamo poi previsto per tutte le nuove fattispecie una comunicazione preventiva, quando si inizia il lavoro, in modo da avere un monitoraggio preventivo del fenomeno e non solo quando le fatture vengono caricate sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate”. Così il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, durante la conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri.
L’intervento, come evidenziato dallo stesso ministro Giorgetti, si è reso necessario alla luce degli ultimi dati certificati dall’ISTAT, che hanno portato alla revisione del deficit relativo all’anno 2023 arrivando alla misura del 7,2 per cento, revisione al rialzo che segue quella già intervenuta per gli anni 2021 e 2022.
Il Decreto, il cui testo approvato non è ancora disponibile, mira in sostanza ad eliminare le residue fattispecie per le quali risulta ancora vigente l’esercizio delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, al posto delle detrazioni. Si tratta delle opzioni esercitate da enti del Terzo settore e di quelle legate a lavori di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti.