tecnologie per il legno: continua la fase di contrazione
Si protrae la lunga stagione di contrazione degli ordini che perdura oramai da ben nove trimestri.
Il mondo delle tecnologie per la lavorazione del legno e l’industria del mobile è ancora in attesa di un cambio di scenario nel proprio panorama economico: continua, infatti la lunga stagione di contrazione degli ordini che perdura oramai da ben nove trimestri ed è certamente la conseguenza più evidente dell’entusiasmante crescita messa a segno dal settore e dalla economia in generale nel biennio “post Covid”. Un severo ritorno alla normalità che ha riportato gli indici alla situazione prepandemica e che al momento non lascia intravedere una schiarita.
I dati relativi al periodo aprile-giugno 2024 riportati nella indagine trimestrale realizzata dall’Ufficio studi della associazione confindustriale rivelano una contrazione complessiva degli ordini del 2,8% rispetto allo stesso periodo 2023. Gli ordini dall’estero rimangono invariati, mentre gli ordini interni segnano un ulteriore calo del 5,9% rispetto a dodici mesi fa.
Il portafoglio ordini scende a 2,9 mesi di produzione assicurata; i prezzi dal primo gennaio 2024 sono aumentati dello 0,9%.
L’indagine qualitativa rivela che il 45% del campione delle aziende intervistate prevede una sostanziale stabilità della produzione, mentre il 50% si aspetta una ulteriore diminuzione e solo il 5% propende per una crescita. In tema di occupazione gli intervistati – appartenenti a un campione rappresentativo dell’intero settore – per l’80% si pronunciano a favore della stabilità e il restante 20% si attende una contrazione. Giacenze stabili per il 55% degli intervistati, in aumento per il 20% e in diminuzione per il restante 25%.
Una atmosfera confermata dai dati relativi alla indagine previsionale: per quanto riguarda il mercato interno il 50% del campione propende per un futuro a medio e breve termine sostanzialmente stabile, il 5% immagina un momento di crescita e il 45% aspetta una stagione di decrescita. Opinioni che sono piuttosto “allineate” anche a proposito del mercato estero: il 50% crede in un andamento stabile, le cose peggioreranno per il 35% degli intervistati e il 15% (dunque un 10% di “maggiore ottimismo” sul versante estero) conta sul fatto che la domanda dal resto del mondo possa farsi più sostenuta.