
Tecnologie per il legno: 2024 in calo, Italia resta un mercato chiave
Dalle tensioni geopolitiche ai dazi internazionali, fino alla sfida della crescita dimensionale: il 2024 del settore legno secondo Acimall tra contrazioni e segnali di tenuta.
Molti i temi che emergono dalle rilevazioni statistiche di Acimall, l’associazione dei costruttori italiani delle tecnologie per l’universo della lavorazione del legno e dei suoi derivati: da una conferma della oramai fisiologica necessità di raggiungere dimensioni aziendali maggiori agli effetti – condivisi dall’intera economia mondiale – dei conflitti in Ucraina e Palestina; dalle preoccupazioni per i dazi imposti dagli Stati Uniti alla necessità di mantenere la giusta rotta fra la sempre rilevante domanda del mercato nazionale e una esportazione che è il vero orizzonte di questa industria.
Il consuntivo 2024
I dati conclusivi dell’anno passato confermano le previsioni dell’Ufficio studi dell’associazione, ribadendo di fatto i numeri emersi dai preconsuntivi. La produzione italiana di macchine, utensili e accessori per la lavorazione del legno si attesta a 2.420 milioni di euro, l’8,7 per cento in meno rispetto al dato 2023. In calo sia le esportazioni (1.695 milioni, meno 8,1 per cento rispetto all’anno precedente) che il mercato interno, che si ferma a 725 milioni di euro, il 9,9 per cento in meno rispetto al 2023.
Diminuiscono in modo particolarmente significativo le importazioni (228 milioni, meno 25,2 per cento), un trend che permette alla bilancia commerciale di contenere il calo a meno 4,9 per cento rispetto al 2023 (1.467 milioni di euro). Il mercato apparente si ferma a 953 milioni di euro, che per quanto rappresenti una diminuzione del 13,8 per cento rispetto al risultato conseguito nel 2023 racconta di un mercato – quello italiano – che resta fra i più importanti al mondo.
Un dato, quello consuntivo, che è stato definito dalle informazioni raccolte a proposito dell’ultimo trimestre, numeri di difficile rilevazione e lettura alla luce della situazione che tutti conosciamo: l’indagine trimestrale di Acimall ha segnalato per il periodo ottobre-dicembre 2024 un calo degli ordini del 5,2 per cento (meno 6,5 per cento estero; più 7,1 per cento Italia) rispetto allo stesso trimestre 2023. Il portafoglio ordini è salito a 3,6 mesi (in aumento) e i prezzi da inizio anno sono cresciuti del 2 per cento.
L’indagine qualitativa ha rivelato che il campione delle imprese intervistate propende per una sostanziale stabilità sia a livello di produzione (55 per cento) che di occupazione (70 per cento) e giacenze (50 per cento). Una stabilità che riceve meno consensi se si guarda all’inizio dell’anno in corso: il mercato nazionale viene ritenuto in ulteriore calo dal 50 per cento del campione, stabile dal 45 per cento e in aumento dal restante 5 per cento. Se guardiamo al mercato estero le opinioni che confermano la stabilità tornano al 50 per cento, mentre l’altro 50 teme una ulteriore contrazione.