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Mascherine FFP2 in ferramenta: case history di una partnership, nel segno della qualità

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La creazione di una filiera di valore nei DPI tra un produttore italiano – Due Bi – e una realtà di rappresentanze nel canale ferramenta – Thoelke. Ogni singolo prodotto è made in Italy, certificato e tracciato capillarmente in tutti i materiali che lo compongono.

 

Fabio Brassini, titolare di Due Bi e Ivan Ghelfi, responsabile commerciale di Thoelke Rappresentanze, ci raccontano la case history della partnership tra le due aziende, nata in seguito alla pandemia per produrre e distribuire nel canale ferramenta mascherine FFP2 Made in Italy e di qualità certificata.

 

Un anno di pandemia: cosa è successo nella vostra esperienza da marzo 2020 ad oggi nel settore di DPI? 

Brassini – Devo premettere che, in marzo 2020, la Due Bi non produceva Dpi, ma calzature; siamo quindi stati protagonisti di una riconversione aziendale. In pieno lockdown, ci siamo trovati con i magazzini pieni e i nostri rivenditori chiusi. Abbiamo quindi valutato di cercare di dare una risposta alla grande domanda di Dpi, nello specifico le mascherine ffp2 che intuivamo avessero una fetta di mercato più interessante anche nella fase post pandemia verso il comparto industria. La riconversione ha vissuto due percorsi paralleli: uno produttivo e un secondo di certificazione. A maggio 2020, avevamo già individuato il fornitore dei macchinari made in Italy e scelto il certificatore sempre italiano (codice 0477 Eurofin di Torino).

In Dicembre 2020 abbiamo prodotto le prime mascherine e a gennaio 2021 siamo andati a pieno regime. La fase certificativa si è conclusa a fine novembre 2020. Parte di questo tempo, è stato dedicato a migliaia di test per identificare le caratteristiche perfette della mascherina ffp2 che potesse superare i rigidi test di certificazione (di tenuta, di filtraggio, temperature estreme da + 70 gradi e -30 gradi, di tenuta su differenti 10 tipologie di visi diversi che ha portato alla nostra variante con alette che evita l’appannamento degli occhiali, etc).  Oggi produciamo 15 mila mascherine ffp2 al giorno con un solo turno di lavoro, ma potremmo raddoppiare o triplicare la capacità di produzione giornaliera.

 

Come certificate i vostri prodotti? 

Brassini – Abbiamo scelto un certificatore italiano consapevoli che sarebbe stato un percorso più costoso e più complesso, ma abbiamo privilegiato la serietà. Per ogni lotto prodotto, accantoniamo 20 pezzi per il controllo periodico del certificatore. Inoltre usiamo un sistema di tracking: ogni singola mascherina ha un codice univoco di lotto per poter risalire a tutti i materiali utilizzati per quel lotto, che vengono conservati in sede, catalogati e codificati con codice a barre. Possiamo quindi risalire sempre ai materiali di produzione di ogni lotto per ogni eventuale problematica. La nostra mascherina ffp2 Due BI è solo bianca perché è certificata anche nel colore nel pieno rispetto della tracciabilità.

 

Quali sono gli articoli più richiesti nel canale ferramenta?

Ghelfi – Durante la prima ondata (cioè da marzo 2020) i prodotti più richiesti erano termometri pulso-oximetri, sanificanti di ogni genere, guanti e ovviamente le mascherine. A giugno, questa richiesta è calata e sembrava essere ritornata la normalità. Settembre ha rinnovato le richieste dei Dpi, e i più richiesti sono state le mascherine. L’incontro con Due Bi ci ha dato la possibilità di entrare nel mercato delle maschere Dpi, senza focalizzarsi esclusivamente sull’emergenza COVID-19, in considerazione che si tratta di un prodotto altamente qualificato sia per i bisogni industriali sia come dispositivo di protezione personale anti-covid.

 

State vivendo delle difficoltà nella produzione a causa della mancanza di materie prime?

Brassini – In realtà oggi no. L’offerta di materiali per la nostra produzione è ancora alta sia nel made in Italy sia di provenienza estera/asiatica. Il problema resta invece sul fronte vendite perché dobbiamo scontrarci con prodotti non certificati (o certificati male) e prezzi molto bassi, insostenibili in Italia (anche il 60% in meno rispetto ai nostri articoli).

 

Il made in Italy sta recuperando terreno complice la difficoltà di approvvigionamenti?

Brassini – Qualcosa sta cambiando, ma non per difficoltà di approvvigionamento. Grazie invece all’affermarsi di una coscienza collettiva più etica e a una spinta mediatica verso il made in Italy che, oltre alla qualità, utilizza un lavoro qualificato, senza minori e altre forme di sfruttamento. E anche se conosco da poco il canale ferramenta, mi sembra molto serio e professionale, competente e storicamente preparato.

 

Quali peculiari elementi vengono presi in considerazione dal dettaglio ferramenta nella scelta degli articoli DPI da inserire in assortimento?

Ghelfi – Sicuramente dobbiamo distinguere tra due categorie i rivenditori: gli specializzati in Dpi e le ferramenta generiche. Nel primo caso, la leva è quella delle caratteristiche tecniche del prodotto e quindi in riferimento alle mascherine si parla di potere filtrante in campi di applicazione ben specifici legati all’industria. Due Bi è dunque il fornitore ideale proponendo un prodotto specifico. Nel secondo caso invece vengono presi in considerazioni diversi fattori, tra i quali il prezzo del prodotto che ha un peso importante.

 

 Secondo la vostra esperienza, sono circolate mascherine FFP1/FFP2/FFP3 non conformi? 

Ghelfi– Secondo gli organi di controllo competenti ci sarebbero stati dei casi di non conformità e possiamo ritenere valida questa tesi. Personalmente abbiamo intrapreso il commercio di mascherine solo quando abbiamo incontrato un valido produttore Italiano con articoli consoni alle attuali esigenze di protezione dalla pandemia e con un prodotto adatto anche all’industria.

 

Come ha risposto la distribuzione ferramenta secondo la vostra esperienza?

Ghelfi– Fortunatamente la distribuzione di ferramenta non si è fermata davanti ad una situazione mai fronteggiata prima, ma si è messa in gioco per garantire forniture sempre costanti di DPI.