
Transizione 5.0: solo un’azienda su cinque ha avviato investimenti
Secondo un’indagine condotta da Sonepar Italia su un campione di 80 imprese industriali, la conoscenza del Piano Transizione 5.0 resta limitata e l’adozione concreta ancora bassa.
A circa un anno dal lancio della piattaforma per accedere agli incentivi del Piano Transizione 5.0, solo il 45% delle aziende italiane dichiara di conoscerne i dettagli, mentre appena il 21% ha già avviato investimenti. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Sonepar Italia, leader nella distribuzione di soluzioni per il mercato elettrico, che ha coinvolto un campione di 80 aziende clienti attive nel settore industriale.
I dati, presentati durante la giornata inaugurale del Sonepar Industry Summit, restituiscono un quadro di luci e ombre: se da un lato il piano è percepito come un’opportunità per ammodernare macchinari (59%), risparmiare energia (41%) e contenere i costi (49%), dall’altro le imprese denunciano difficoltà significative sul piano operativo. Il 73% segnala come principale ostacolo la complessità burocratica, seguita da costi elevati (39%) e carenza di competenze tecniche (27%).
Anche gli importi investiti risultano limitati: nel 78% dei casi non superano i 2,5 milioni di euro. Solo una ristretta minoranza (17%) ha intrapreso investimenti superiori ai 50 milioni. Interessante notare che il 40% delle aziende si è affidato a consulenti esterni per affrontare il percorso d’accesso agli incentivi, mentre un altro 20% prevede di farlo nei prossimi mesi.
Nonostante i rallentamenti, il potenziale del Piano Transizione 5.0 non è messo in discussione. Il 38% delle imprese intende aderire entro la scadenza del 31 dicembre, soprattutto per sostituire impianti obsoleti, adottare beni 4.0 e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. In secondo piano, ma non trascurate, anche la digitalizzazione dei processi (27%) e la formazione del personale (24%).
La transizione digitale ed ecologica appare, quindi, un traguardo condiviso ma non ancora pienamente accessibile. La richiesta di chiarezza e semplificazione normativa è forte, così come l’interesse per workshop e attività formative: il 31% degli intervistati ha espresso la volontà di partecipare a momenti di approfondimento sul tema.