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VITI E BULLONI, VIA I DAZI PER LE IMPORTAZIONI CINESI?

VITI E BULLONI, VIA I DAZI PER LE IMPORTAZIONI CINESI?

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Per dumping si intende la pratica di esportare un bene o servizio a un prezzo inferiore rispetto a quello che viene praticato sul mercato interno. In sostanza, alcuni Paesi come la Cina, che hanno una forte sovrapproduzione di viteria e bulloneria, vendono all’estero ‘sottocosto’, cioè ad un prezzo inferiore a quello praticato sul mercato interno. Nel 2007 in seguito alla denuncia dell’Istituto europeo dell’industria di elementi di fissaggio, EIFI, era stata avviata una procedura d’inchiesta per accertare la pratica di dumping da parte della Cina sulle importazioni nell’UE. Nel 2009 l’UE aveva imposto dazi antidumping sull’importazione di elementi di fissaggio in ferro o acciaio inossidabile, provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese per tutelare il mercato europeo da pratiche di concorrenza sleale. A 7 anni di distanza, il 26 febbraio 2016, quelle stesse norme sono state abrogate. Ora la questione dell’antidumping risulta molto delicata, anche a fronte del fatto che a dicembre 2016 scadrà il termine per riconoscere alla Cina, a quindici anni dall’adesione di Pechino all’OMC, lo status di economia di mercato (SEM).

L’Italia è uno dei Paesi che avrebbero maggiori ricadute sul piano commerciale e su quello dell’occupazione da tale riconoscimento e per questo il 29 aprile 2016 si è tenuto un dibattito europarlamentare dal titolo “Il possibile impatto dello status di economia di mercato alla Cina” con l’analisi delle ricadute su Italia ed Europa. Da questo dibattito ne è emerso che, secondo i parlamentari presenti, la concessione dello status di economia di mercato alla Cina è prematura, perché il Paese non soddisfa i criteri tecnici imposti alle economie di mercato.

Il Global Fastener Leaders Summit

In occasione del Taiwan International Fastener Show, Ferrutensil ha potuto assistere al Global Fastener Leaders Summit, un importante convegno a cui hanno partecipato figure di riferimento del fissaggio internazionale: Volker Lederer (EFDA), Gian Marco Dalpane (UDIB) e Marc Strandquist (NFDA). Centrale è risultata la questione dell’antidumping tra Cina ed Europa.

Volker Lederer, presidente dell’Associazione Europea dei Distributori di Fastener, ha fornito una dettagliata panoramica del percorso intrapreso dall’UE per evitare la pratica del dumping da parte della Cina dal 2009 ad oggi soffermandosi sul futuro di questa delicata questione che ha fortemente influenzato il mercato. L’imposizione del dazio nel 2009 ha causato una riduzione delle importazioni dalla Cina che nel 2013 ha toccato il 98%, mentre oggi, la rimozione dello stesso a partire dal 28 febbraio 2016, si prevede provocherà simili effetti distorsivi sul mercato. I produttori europei hanno già richiesto un nuovo controllo che durerà un anno circa e al termine del quale la Commissione Europea dovrà decidere se imporre delle misure definitive o meno. Ma non è l’unica questione sul tavolo, infatti l’11 dicembre 2016 scadrà il termine per riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato. Questo implicherà un cambio della metodologia di rilevazione del dumping, non più basata su uno stretto confronto con i prezzi o i costi sul mercato interno in Cina, e potrebbe tradursi in margini di dumping inferiori.

Le tre opzioni tra cui l’UE dovrà decidere, dopo il periodo di sperimentazione senza dazio che terminerà alla fine del 2016, sono le seguenti:

  • non riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato e mantenere invariata sia la legislazione sia la pratica antidumping;
  • riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato e far cadere tutti i dazi;
  • riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato e potenziare le disposizioni della legislazione di difesa commerciale.

Questa decisione dovrà essere presa nel rispetto della promozione di un commercio libero ed equo in un ambiente competitivo che non venga distorto dalle misure adottate per difendere le industrie europee dalle importazioni oggetto di dumping.

Proseguendo con la questione dell’abrogazione del dazio antidumping, Gian Marco Dalpane, presidente dell’Unione Distributori Italiani Bulloneria, l’associazione italiana di settore, ha dipinto una visione meno allarmante del previsto. Mostrando i dati di mercato dei principali prodotti di fissaggio importati in Europa e in Italia e relativa fluttuazione dei prezzi, e la rete di relazioni import/export degli elementi di fissaggio su scala globale, ha evidenziato come il sistema globale non subirà grandi scossoni in seguito all’abrogazione dei dazi, sebbene l’Italia sia uno dei Paesi più esposti in questo senso. Per citare due esempi di merci soggette al dazio, dal 2009 le importazioni di bulloni standard a testa esagonale e di viti a brugola sono calate drasticamente in Italia, a differenza del mercato europeo in cui non ci sono stati cambiamenti evidenti, ma senza un auspicato aumento del prezzo medio.

La situazione italiana

In Italia la difficoltà nell’importare prodotti dall’Estremo Oriente è stata aggravata dalla burocrazia doganale che prevede controlli supplementari a campione su viteria e bulloneria confezionata con la verifica tramite scanner o tramite apertura delle scatole, procedura che causa ritardi e costi aggiuntivi. Queste pratiche hanno causato negli anni il fallimento di vari distributori-importatori italiani. In Italia il settore produce un fatturato pari a circa 2 miliardi di euro all’anno garantiti da 300 distributori e altrettanti produttori. Ora, grazie a importanti riforme strutturali, alla ripresa degli investimenti e alla crescita dei consumi, si inizia a intravedere un orizzonte positivo di crescita economica. Il nostro Paese può pertanto tornare ad affermarsi come uno tra i leader del mercato manifatturiero e distributivo, del resto non si tratta solo di un grande produttore di beni tecnologici, ma è anche il secondo esportatore europeo nel settore meccanica e automazione, ha il quinto più grande mercato mondiale di prodotti manifatturieri ed è il primo produttore europeo di arredamento.

Ma come sta andando la distribuzione degli elementi di fissaggio tramite ferramenta e utensilerie nel nostro Paese?

Secondo Gian Marco Dalpane, presidente UDIB intervistato durante il Taiwan International Fastener Show, in Italia vi è un problema di fondo che coinvolge tutto il sistema e causa disordine nella filiera distributiva ma che potrebbe essere risolto con un accordo tra le varie organizzazioni.

Quali sono i settori merceologici che stanno andando meglio?

Le aziende che lavorano con l’automotive o con l’estero hanno prospettive di crescita maggiore rispetto agli altri, infatti il mercato italiano è quello che mediamente ha i prezzi più aggressivi di tutti e può ottenere profitti maggiori. Per quanto riguarda l’edilizia, invece, si sta riprendendo lentamente, puntando su una parte qualitativa del prodotto che nel resto del sistema non è altrettanto coinvolta.

Se si guarda oltreoceano, e in particolare a Taiwan, come risulta la situazione?

Il sistema economico taiwanese dà opportunità alle aziende locali molto maggiori di quelle che dà il sistema Italia, per cui ci sarebbe da prendere esempio sia per l’organizzazione della fiera sia per l’organizzazione delle camere di commercio. Taiwan sta scalando il sistema in modo vertiginoso grazie alla presenza di aziende ben strutturate e sempre più organizzate sia a livello qualitativo sia a livello estetico, per cui il consiglio è di tenere gli occhi ben aperti. La fiera in sé è un riflesso di questa situazione, i visitatori sono in aumento e la qualità della manifestazione continua a crescere.